Russiagate, Trump: «Nessuna collusione. Non sono preoccupato per Flynn»
Nessuna collusione, non sono preoccupato per Flynn: poche parole, un messaggio netto che non lascia spazio a equivoci o a voluti fraintendimenti, nelle prime dichiarazioni rilasciate dal presidente Trump dopo l’incriminazione del suo ex consigliere per la sicurezza.
Russiagate, Trump: «Non sono preoccupato»
Ostenta tranquillità e fermezza il presidente americano, che afferma anche a chiare lettere di non essere preoccupato per quello che Michael Flynn potrà dire agli investigatori al lavoro sull’intricata vicenda del Russiagate. «Quello che è stato mostrato non costituisce collusione, non c’è stata assolutamente collusione, così siamo molto contenti», ha detto anzi il presidente nel suo primo commento alla stampa dopo che il suo ex consigliere per la Sicurezza si è dichiarato colpevole di aver mentito all’Fbi, mostrando così di aver iniziato a collaborare con gli inquirenti. Ed a chi gli ha chiesto se sia in qualche modo preoccupato per questa svolta dell’inchiesta di Robert Mueller, Trump ha risposto senza il minimo cedimento: «No, non lo sono».
La carriera di Flynn in pillole
Era il 18 novembre 2016 quando Donald Trump gli affidò l’incarico di consigliere per la sicurezza nazionale: ma lui era già un abile stratega di lungo corso. Generale a riposo di grande esperienza, Michael Flynn arrivò alla Casa Bianca dopo essersi attirato le critiche di molti, anche al Pentagono, per le sue posizioni anti-Islam, che sarebbero state all’origine, a sua detta, dello strappo con Barack Obama quando era ancora a capo della Defense Intelligence Agency, e per le sue posizioni filo-russia, che lo misero subito in sintonia con il neoeletto presidente statunitense. Ed è stato proprio il legame con la Russia ad averlo portato al centro delle indagini sul Russiagate, prima come indagato, e ora come «testimone chiave» dell’inchiesta che i nemici di Trump vorrebbero facesse tremare il presidente che, di contro, ostenta di non arrivare neppure a vacillare.