Prodi: Pisapia, che frittata. Con questa sinistra è tutto inutile…

7 Dic 2017 15:33 - di Redazione

Non è riuscito nell’intento. Peccato. Romano Prodi, intervistato a Più libri più liberi, commenta l’uscita di scena di Giuliano Pisapia che ha cercato, senza successo, di rincollare i pezzi della sinistra divisa. «Non è stata una defezione – puntualizza il Professore – perché Pisapia non aveva deciso. Ha studiato il campo e poi ha concluso che non era cosa. Non è che Pisapia era il leader di una coalizione e si è dimesso. Ha esplorato ma non ha trovato in se stesso o nel gruppo di riferimento una motivazione sufficiente ad andare avanti. Mi dispiace». Guardando al centrosinistra aggiunge: «Non tutte le frittate finiscono con il venir bene…». Pisapia ha fatto bene a lasciare? «Non lo so».  Prodi fa sapere che lui invece non mollerà.  «Il tentativo mio e di Fassino non ha funzionato. Ma il processo va avanti, si tenterà di nuovo perché è un processo importante e utile al Paese».

Prodi: peccato per Pisapia, io non mollo

Intanto un prodiano doc come Franco Monaco spiega perché anche lui non si ricandiderà. «Lo avevo già deciso. Ho fatto quest’ultima battaglia con Pisapia per l’unità. Abbiamo perso e qui finisce la mia esperienza». Mai e poi mai con il Pd. Il giorno dopo l’implosione di Campo progressista a cui  aveva dato il suo contributo insieme a Giulio Santagata, Monaco si dice «assolutamente indisponibile» a fare una lista civetta con il Pd. «Queste listine sono prodotti artificiali messi su frettolosamente dal Pd mentre l’idea di Campo progressista era diversa, una lista alleata del Pd con una dignità politica e un appeal elettorale. Ci siamo scontrati con l’impossibilità di portare avanti questo progetto e quello di Pisapia è stato un atto di coerenza. Non ho nulla da rimproverargli, è stato coerente sino all’ostinazione tanto da passare per un incerto, un irrisoluto». E giù bordate a Renzi: «La responsabilità di gran lunga prevalente è quella di Matteo Renzi. Per tre anni ha diviso, ha escluso alleanze, fatto una legge elettorale che non prevede una coalizione ma solo degli apparentamenti e questi sono i risultati…».

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