Pescara, una classe per soli rom. La preside difende la scelta: va bene così

7 Dic 2017 13:03 - di Redazione

Una classe per soli rom a Pescara: evento che viene denunciato come un caso di discriminazione scolastica. Se ne occupa il Corriere della sera scrivendo che in questo modo viene adottato un modello di segregazione didattica che richiama da vicino quelli in vigore in Slovacchia e Repubblica Ceca.

La scuola di cui parla è la secondaria di I grado “Foscolo” dove lo scorso anno scolastico erano iscritti 236 alunni di cui 51 rom (poco più del 20 per cento).

Una delle classi, la I E, era composta da 12 rom su 13. Nella classe si è verificato il maggior numero di bocciature rispetto alle altre classi dell’istituto. Il caso era stato denunciato al Miur da un docente. Anche quest’anno la I E è composta prevalentemente da rom, una decina, cui si aggiungono due bulgari e un cinese. Lo stesso docente, Andrea D’Emilio, ha promosso una petizione contro l’operato dell’istituto su change.org e ha raccolto 130 adesioni in 4 giorni. D’Andrea, che sulla foto della sua pagina Fb è ritratto mentre saluta col pugno chiuso, nel 2015 era finito ai domiciliari per una protesta inscenata davanti alla biblioteca provinciale carente di fondi pubblici.

La dirigente scolastica ha invece difeso, persino rivendicato questa decisione definendola una “sperimentazione innovativa finalizzata a contrastare l’evasione scolastica degli alunni rom, e avallata dai loro stessi genitori”. Una scelta rispetto alla quale dunque le accuse di razzismo vanno rispedite al mittente.

 

 

 

 

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