La priorità del sindaco di Ravenna: “Via la cittadinanza onoraria al Duce”

4 Dic 2017 15:10 - di Guido Liberati

«Bisogna revocare la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini».  A dirlo Michele De Pascale, sindaco Pd di Ravenna, che ha individuato la priorità cittadina.  «Si pensava fosse archiviato definitivamente quel germe – ha detto De Pascale – che non si dovesse più aver paura del ritorno del fascismo. Oggi, invece, questo dibattito si è riaperto in una fase in cui questi valori si sono riaffermati con forza. In piazza tornano a sventolare bandiere nere e a organizzarsi commemorazioni fasciste, ma si può essere fascisti anche in tanti altri modi, essendo razzisti o ignorando i problemi altrui. Quindi io auspico che anche la nostra città possa dare un segnale chiaro revocando la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, che non è mai stato cittadino onorario di Ravenna e mai lo sarà».

Il Pd di Ravenna ha paura di Mussolini

A dargli man forte Marco Frati, segretario locale del Pd. «Il fascismo è un problema del presente». Insomma, si naviga sulla scia di Fiano e Boldrini. Eppure il consiglio comunale di Ravenna ha già affrontato nel 2014 dal Consiglio comunale, conclusosi ai tempi con un respingimento della proposta di revoca. «Ora i tempi sono cambiati», sentenzia la sinistra ravennate. La scusa di Mussolini è sempre tornata buona per le amministrazioni di sinistra per distrarre i cittadini dalle loro responsabilità. Emblematico il caso di Pisa. 

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A Ravenna su 30 case popolari, 28 vanno a immigrati

Ma che cosa è davvero cambiato in tre anni? Che la popolazione locale è sempre più esasperata, come ha spiegato Alberto Ferrero, esponente ravennate di Fratelli d’Italia ha ricordato in più occasioni che le priorità sono ben altre: «Nelle assegnazioni delle case popolari da parte del Comune di Ravenna, la graduatoria penalizza i nostri connazionali. Su  30 posti, solo due saranno dati ad italiani, tutti gli altri a stranieri. Questo è il mondo reale che, tuttavia, risulta poco noto ai “soloni” che sono a Roma. Prima di parlare di “ius soli”, di aiuti agli immigrati, di ricollocamenti nei vari comuni, chi è a Roma deve fermarsi e riflettere, poiché la realtà di tutti i giorni in cui gli Italiani si trovano a vivere è questa: 30 posti, 28 dati a stranieri e solo DUE dati ad Italiani. Poi non ci si può scandalizzare se il sentimento xenofobo aumenta; non si può dare la colpa all’italiano, non si può dire che è tutta colpa di chi soffia sul fuoco». Ecco spiegata la mossa del Pd di Ravenna: meglio distrarre i cittadini con la cittadinanza onoraria al Duce. 

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