Igor a processo in Spagna confessa: ho usato 18 identità in 8 diversi Paesi

18 Dic 2017 11:14 - di Bianca Conte

Igor a processo in Spagna, risponde in italiano alle domande del giudice e ammette: sono qui da settembre, dopo aver usato 18 diverse identità in 8 Stati. Ha confessato Igor, insomma, raccontando come ha trascorso i suoi 8 mesi di assassino latitante in fuga, che ha utilizzato 18 identità diverse in ben 8 Paesi attraversati, e ammettendo la validità dell’unica identificazione anagrafica reale: quella di Norbert Feher, nato in Serbia nel 1981. Gli atti del processo sono stati secretati dal giudice spagnolo che ha in gestione il controverso caso del killer serbo: ma nonostante il provvedimento, delle 5 ore di udienza, durante le quali Norbert Feher, rispondendo a moltissime delle domande che gli sono state rivolte, ha ammesso i fatti che gli sono contestati, diverse notizie sono trapelate.

Igor alla sbarra in Spagna, parla e confessa

Nell’interrogatorio davanti al giudice del tribunale di Alcaniz che intanto ha disposto per Igor il russo la custodia cautelare in carcere per i tre omicidi del 14 dicembre a El Pentorillo – quando il killer, per sua stessa ammissione in cerca di nascondigli sicuri in Spagna già dal mese di settembre, ha freddato i due agenti della Guardia Civil, Víctor Romero e Víctor Jesús Caballero e l’allevatore José Luis Pranzo, oltre che per due tentati omicidi che risalirebbero allo scorso 5 dicembre, quando in una rapina sono rimaste ferite due persone – l’imputato è stato assistito da un avvocato di ufficio e ha rilasciato dichiarazioni in italiano. La custodia in carcere, decisa dal magistrato dopo l’udienza di convalida e l’interrogatorio, è «senza cauzione».

Igor in udienza: dichiarazioni e risposte in italiano

Il killer, lucido e spietato, freddo come sempre, era stato muto in cella, nel carcere di Terkel dove è rinchiuso, e non ci si spettava che avrebbe risposto nel corso dell’interrogatorio in programma, e invece… Invece ha fornito una spiegazione, parlando in italiano, a molti degli interrogativi rivolti a lui dal giudice spagnolo Carmen Lamela, dichiarando anche di accettare, non opponendosi quindi al mandato di arresto europeo, di essere consegnato in Italia per i processi a lui intestati per gli omicidi commessi ad aprile nel Ferrarese. Cosa che, in base anche a quanto trapela da ambienti investigativi di casa nostra, non dovrebbe avvenire prima dei processi spagnoli in corso per i tre omicidi del 14 dicembre.

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