Hamas chiama all’intifada ma nessuno ascolta le ragioni di Donald Trump
L’ha detto e l’ha fatto. Donald Trump ha tenuto fede alle sue promesse elettorali, riconoscendo Gerusalemme come capitale d’Israele. In realtà si è trattato solo di una formalità, perché, come ha detto Trump, da tempo Gerusalemme è la capitale di fatto di Israele. Una mossa che non ha precedenti e che rischia di far esplodere una polveriera epocale in Medio Oriente, dove tutto il mondo musulmano ha espresso sconcerto. Per non parlare dei Paesi occidentali, che all’unisono hanno condannato la decisione del presidente statunitense. L’occasione per andare addosso a Trump era troppo ghiotta per i Paesi europei, che hanno subito approfittato dell’azione di Trump, peraltro già nota da mesi. Nessuno scrive che Trump ha riconosciuto la capitale di Israele a Gerusalemme proprio per costringere lo Stato ebarico a maggiori concessioni verso i palestinesi, ma è chiaro che c’è tutto l’interesse a soffiare sul fuoco. Ieri sera a sventolare sul Muro del Pianto, massimo luogo di culto ebraico e resto del tempio di Gerusalemme, erano le bandiere, proiettate l’una accanto all’altra: quella israeliana e quella statunitense. Quasi a voler sigillare quella che Netanyahu ha definito: “una giornata storica” e “un’importante pietra miliare nella storia di Gerusalemme”. Trump ha ben chiarito che “non stiamo prendendo posizione su eventuali problemi di status finale, inclusi i confini specifici della sovranità israeliana a Gerusalemme o la risoluzione dei confini contestati. Tali questioni sono a carico delle parti coinvolte, noi stiamo solo aiutando a facilitare un accordo di pace accettabile per entrambe le parti “. Trump ha chiesto di “mantenere lo status quo nei luoghi santi di Gerusalemme, incluso il Monte del Tempio, noto anche come Haram al-Sharif”. Secondo il presidente, “con questa azione ribadisco l’impegno di lunga data della mia amministrazione per un futuro di pace e sicurezza per la regione, confidando che alla fine, mentre lavoriamo attraverso questi disaccordi, arriveremo a una pace”.