Bologna, minacce e lancio di uova contro i giovani di destra: ma nessuno s’indigna

2 Dic 2017 11:32 - di Redazione

Chissà se Repubblica ha intenzione di fare paginate e paginate sull’emergenza centri sociali, sul pericolo sinistra radicale, dopo il raid notturno a Bologna alla sede di Azione Universitaria in via Turati, presa d’assalto dal Collettivo Polvere Rossa. Dopo “l’irruzione” di Veneto Fronte Skinheads all’assemblea di Como Senza Frontiere, il quotidiano aveva dato il via all’emergenza fascismo in Italia. Invece le intimidazioni dei centri sociali bolognesi meritano lo spazio di una articolo registrativo e senza commento, quasi fosse una normle dialettica civile accettabile e politcamente corretta. Così non è: gli antifascisti bolognesei ad ottobre – per esempio – hanno ottenuto l’annullamento di un convegno organizzato dai ragazzi di Au. Non è un fattarello qualunque.  Fatto sta che la mattina di venerdì i militanti dell’associazione universitaria di destra si sono ritrovati la porta imbrattata dalle uova con annesso volantino minaccioso, già rimosso dalla Digos. “Non è che un pretesto per concedervi dieci minuti di riflessione – si legge nel proclama – Perché mentre pulirete questa vetrina, anche solo per dieci secondi, vi sentirete disprezzati e non tollerati, proprio nello stesso modo in cui voi fate sentire chi diverge dalla vostra idiozia. Non ci aspettiamo che voi capiate e tantomeno che cambiate. Ci basta lasciarvi questo messaggio con la coscienza di chi anche di giorno vi affronta a viso aperto, con il divertimento di chi vi mette alla berlina in una fredda notte d’autunno. Italiano è chi ha fede nella Costituzione. Italiano è che ha memoria degli ideali della Resistenza. Italiano è chi lotta per il progresso della Patria. Fuori i fascisti da Bologna“. Un proclama. Non abbiamo sentito commentatori tv prendere le distanze come è stato fatto nel caso dei fatti di Como. Né allestire puntate intere dei talk show sul pericolo centri sociali, proprio quelli che mettono a ferro e fuoco le città e rompono le vetrine, costringendo la gente dentro casa e i commercianti a tenere chiusi i negozi. Strano, no?

Bologna, intimidazioni dei centri sociali alla sede di Au

Eppure la sede “storica” di via Turati 25 a Bologna è spesso oggetto di minacce e azioni intimidatorie. Nonostante la sua attività sia assolutamente pacifica, volta soprattutto alle elezioni studentesche, visto che AU da anni partecipa con successo  alle elezioni, eleggendo pure propri rappresentanti. Eppure una tranquilla sede di govani di destra è sempre “attenzionata” in modo intimidatorio e provocatorio dai centri sociali: “Due mesi fa abbiamo subìto un’intimidazione ad un nostro convegno sulla Siria e nessuno è stato punito – racconta Dalila Ansalone, Responsabile Azione Universitaria Bologna al Giornale – A quanto ci risulta, nessuna Istituzione ha preso provvedimenti seri nei confronti di questi soggetti che vivono nell’illegalità permanente. Visto che nessuno gli si oppone, si sentono onnipotenti e tranquilli nel compiere atti di violenza senza subire alcun tipo di sanzione”. Il timore è sempre lo stesso, dove possano portare le provocazioni degli antagonisti. “Se non la pensi come loro, usano la violenza – attacca Stefano Cavedagna, Dirigente Nazionale Azione Universitaria – Esattamente come facevano i partigiani in queste zone rosse dopo la guerra. Se non eri con loro, facevi una brutta fine. Non abbiamo timore, rimaniamo solo molto tristi nel vedere fino a dove si possono spingere certi soggetti che fanno della libertà di pensiero il loro mantra, ma poi con la violenza cercano di reprimere idee differenti dalle loro”. Possibile che tali azioni non destino indignazione e preoccupazione e vengano derubricate con tanta disinvolura e su altre di segn opposto si chieda la condanna nazionale? Qualcosa non torna, come sempre.

 

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