Biotestamento, il M5S vota come il Pd. Il centrodestra: «È morte di Stato»
Prosegue senza intoppi al Senato l’iter del ddl sul biotestamento, uno dei provvedimenti vinavil sui quali Repubblica, sempre più partito e sempre meno giornale, ha tentato invano di incollare i frammenti sparsi della sinistra. La legge andrà in porto senza tuttavia sortire lo sperato effetto politico. Sul biotestamento, infatti, la maggioranza allargata per l’occasione ai Cinquestelle non mostra cedimenti di sorta respingendo finora tutti gli emendamenti. Al momento in cui scriviamo, anche la quinta votazione a scrutinio segreto su un emendamento dell’opposizione è avvenuta senza scosse con 163 voti contrari, 68 favorevoli e 4 astensioni. E senza scosse è passato anche l’articolo 2 (su 8) del testo. Il voto finale è previsto per la tarda mattinata di domani.
Biotestamento verso il traguardo grazie alla “stampella” grillina
Dentro e fuori l’aula del Senato divampa lo scontro politico. Se per il M5S il biotestamento è «una legge di civiltà», per il centrodestra si il vero obiettivo del provvedimento è l’introduzione surrettizia dell’eutanasia nella nostra legislazione. Per Maurizio Gasparri, «la legge sul testamento biologico è un obbrobrio e andava modificata». Il vicepresidente del Senato punta il dito contro quelle che lui definisce le «palesi contraddizioni» del testo, di cui si sarebbe resa conto la stessa maggioranza. Che, tuttavia, come denuncia ancora Gasparri, «pur di non modificare il testo, introduce attraverso la legge di stabilità l’indispensabile registro delle Dat. Ma lo fa, appunto, attraverso un’altra legge, legiferando in un modo immorale, incostituzionale, contro i regolamenti».
Gasparri: «Così è eutanasia»
Un aiuto al centrodestra sul biotestamento arriva dal Centro intitolato a Rosario Livatino, il “giudice ragazzino” ucciso dalla mafia nel settembre del 1990. In un appello rivolto ai parlamentari il Centro chiede «di votare contro la “morte di Stato“». Tanto più in una fase come l’attuale funestata dal crollo verticale delle nascite ed un parallelo aumento dei decessi. «Perché – si legge nell’appello – non rendersi conto che l’eutanasia costituisce il sigillo funesto a un Paese avviato sulla strada della sua scomparsa demografica e culturale? Si faccia prevalere la coscienza sulle indicazioni di partito: non lasci il suo nome iscritto fra i sostenitori del nuovo totalitarismo».