Alce Nero, capo Sioux cattolico, sarà Santo. Combattè a Little Big Horn

29 Dic 2017 14:32 - di Robert Perdicchi

Un grande capo, ma anche un grande credente, cattolico convertito, dispensatore di fede e di carità nonché di scienza, vista la sua grande opera di guarigione da medico provetto e sciamano. Alce Nero, capo pellerossa dei Sioux morto nel 1950 nelle riserve indiane, potrebbe diventare Santo: l’iter è stato avviato nei giorni scorsi dalla Conferenza episcopale dei vescovi statunitensi che hanno espresso parere favorevole all’apertura della causa di beatificazione.

Da qui a qualche anno, Alce Nero potrebbe diventare san Nicholas Black Elk, san Nicola Alce Nero. Un Santo che da giovane si era fatto onore come guerriero, combattendo  a Little Big Horn contro il generale Custer e che era in prima linea nella terribile battaglia di Wounded Knee, dove fu testimone della strage di Sioux della tribù di Cavallo Pazzo.

Nato a Powder River il primo dicembre 1863 Alce Nero è stato un uomo di medicina presso gli Oglala, una tribù della famiglia Laa-Sioux. Nel 1887, a 24 anni, si recò in Inghilterra al seguito dello spettacolo circense di Buffalo Bill, “Wild West Show”.  Dopo la fine della tournée ritornò negli Stati Uniti. Nel 1890 combatté a Wounded Knee, dove rimase ferito in una battaglia nella quale gli indiani furono sconfitti. Nel 1892 Alce Nero si sposò con Katie War Bonnet. Successivamente la moglie si convertì al cattolicesimo, e i loro tre figli furono tutti battezzati come cattolici. Uno o due anni dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1903, anche Alce Nero fu battezzato col nome di Nicola Alce Nero e iniziò a prestare servizio come catechista e a servire messa. Morì nel 1950 e venne sepolto nel cimitero cattolico di Sant’Agnese a Manderson-White Horse Creek, Dakota del Sud.

Sulla vita da perfetto cristiano di Alce Nero la Congregazione si esprimerà presto, poi bisognerà cercare un suo miracolo per avviare beatificazione e santificazione. Ma il “treno” del Vaticano sembra ormai partito, lanciato verso le praterie mistiche dei Sioux…

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • stefano 30 Dicembre 2017

    BELLO! Molto interessante

  • bruno 30 Dicembre 2017

    La prospettiva di un santo combattente come risposta al pacifismo ed all’ inutile buonismo dilagante potrebbe rappresentare un segno di cambiamento da tempo auspicabile. Sporcarsi le mani con le con le vicende degli uomini fa parte integrante della storia della Chiesa. Solo certi contemporanei credono che il pacifismo possa rappresentare la strada per raggiungere le vette del pensiero cristiano, dimenticando quanto detto da Gesù stesso: “non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada”.

  • Ben Frank 30 Dicembre 2017

    Beh, aspettiam che il señor Bergoglio santfichi anche Ernesto “che” Guevara e Fidel Castro, visto che entrambi erano battezzati, il primo era oltretutto argentino come lo pseudo-papa, mentre il secondo proveniva dalla stessa ditta: i gesuiti. Più santi di così!