Uccisa perché “posseduta da Satana”. Il papà gay rischia 25 anni di carcere

7 Nov 2017 12:21 - di Redazione

Un destino tragico quello della piccola Elsie, che ha indignato e commosso la Gran Bretagna. Ad ucciderla è stato il padre adottivo Matthew Scully-Hicks, 31 anni, che aveva adottato la bimba di 18 mesi insieme con il marito Craig.

“L’uomo – riferisce il Corriere.it – un ex istruttore di educazione fisica, ha ucciso la figlia facendole sbattere la testa contro la parete e fratturandole diverse parti del corpo. La piccola è stata poi lasciata agonizzare per quattro giorni prima di essere portata in ospedale lo scorso maggio”. Ma non è il solo particolare che suscita orrore in questa storia drammatica: infatti la bimba era stata portata in ospedale altre volte per fratture e abrasioni ma nonostante questo campanello d’allarme i servizi sociali  di Vale of Glamorgan, nel Galles, non si erano accorti di nulla. Non solo: avevano dato la loro approvazione all’adozione della bimba da parte della coppia gay – si erano sposati in Galles nel 2012 – due settimane prima che la piccola venisse uccisa.

Le prove contro Scully-Hicks – che ha provato a negare l’omicidio – sono risultate schiaccianti. “Tra le prove presentate dall’accusa – riferisce ancora Corriere.it  – le testimonianze dei vicini di casa che hanno raccontato di aver sentito urlare una montagna di parolacce nei confronti della piccola. In alcuni sms inviati al marito, che lavora fuori casa durante la settimana, l’imputato descrive la figlia così: «Sinceramente è Satana vestito da bambina. Si è appena scolata mezza bottiglia di latte e ora strilla che ne vuole ancora», «Si sveglia ogni notte ad intervalli regolari, vuole soltanto il ciuccio e attenzione, è una vera e propria diva»”. Capricci che un genitore risolve con amore e pazienza. Non è stato purtroppo il caso di Matthew Scully-Hicks, che aveva lasciato il lavoro per stare a casa con Elsie e un altro bambino adottato, la cui identità è tenuta nascosta per motivi di privacy. La giuria ha deliberato la condanna dopo 4 giorni di camera di consiglio. L’uomo rischia fino a 25 anni di carcere.

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