Sospetti terroristi islamici presi a Torino. Ma per loro niente galera

16 Nov 2017 12:08 - di Redazione

Cinque tunisini sono sospettati di essere terroristi ma per la giustizia italiana non possono essere arrestati. Il pm Andrea Padalino di Torino ha ottenuto cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere per i nordafricani, che avrebbero creato in Italia un gruppo collegato all’Isis. Tutti i soggetti, indagati dalla procura torinese per terrorismo internazionale, al momento non possono però essere arrestati per motivi procedurali.

Sospetti terroristi liberi

Il pm Andrea Padalino aveva ricostruito i legami tra i giovani tunisini tutti con permesso di soggiorno e alcuni dei quali iscritti all’università grazie anche a una borsa di studio. Le attività degli investigatori sul radicalismo islamico in Piemonte avevano fatto ipotizzare che i giovani nordafricani avessero formato in Italia un gruppo collegato all’Isis. Lo scorso giugno il gip aveva respinto l’istanza avanzata da Padalino, che ha fatto ricorso al tribunale del riesame. I giudici hanno poi ribaltato la decisione del gip. Ma l’ordinanza non è esecutiva, gli indagati hanno dieci giorni di tempo per ricorrere in Cassazione. Al momento quindi nessun arresto è possibile. Un’altra beffa è dietro l’angolo: se la Cassazione dovesse accettare il ricorso allora i tempi per l’arresto si allungherebbero ulteriormente. Di fatto sei mesi dopo la richiesta di arresto da parte del pm, nessuno dei cinque tunisini è finito in carcere.

Gasparri: «Assurdo non potere arrestare i sospetti»

Una vicenda grave fa scendere in campo Maurizio Gasparri. «In Italia c’è un gruppo di cinque tunisini sospettati di avere legami con l’Isis  – afferma il vicepresidente del Senato – che non può essere arrestato per strambe ragioni procedurali. È veramente sconcertante quanto sta accadendo. Da tempo si stava seguendo l’attività di questo gruppo, indagato dalla Procura di Torino per terrorismo internazionale. I pm ne avevano chiesto l’arresto già lo scorso maggio, ma un gip aveva respinto l’istanza». Grazie al ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, aggiunge Gasparri, «è scattata la nuova ordinanza di arresto che però, per inspiegabili motivi, non è esecutiva perché gli indagati possono ancora ricorrere in Cassazione. L’arresto, quindi, non può scattare. Ma cosa stiamo aspettando a mettere in galera questa gente? Sono tutti pronti a piangere il morto il giorno dopo una strage, salvo poi avere la conferma che i terroristi erano ben noti all’intelligence e alle forze di sicurezza. Chiedo al governo di intervenire immediatamente. Non possiamo permettere che sospetti fondamentalisti siano liberi di girare per l’Italia e ammazzarci tutti. Il ministro dell’Interno e lo stesso ministro della giustizia sanno cosa sta accadendo a Torino? Si muovano subito prima che sia tardi».

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