Sanremo, scelti i 16 giovani che si sfideranno per conquistare l’Ariston
C’è Mirkoeilcane da Roma – che non vuole rivelare il perché abbia scelto questo nome -, Luchi che viene “dalla Toscana, si sente?”, Lorenzo Baglioni che giura di non essere raccomandato perché “ahimè nessuna parentela con Claudio”, José Nunes, figlio di un calciatore e nato in Portogallo, e Iosonoaria, la più grande ma “con una vita alle spalle”, che si presenta per chiudere Un cerchio, come il titolo della sua canzone. Sono alcuni tra i sedici finalisti di Sarà Sanremo gli artisti scelti dalla commissione musicale capitanata da Claudio Baglioni, che si sfideranno a suon di musica nella finale in onda venerdì 15 dicembre alle 21.15 in diretta su Rai Uno per contendersi uno dei sei posti in lizza per il palco dell’Ariston, alla 68ma edizione del Festival. Vengono da tutta Italia, qualcuno è nato all’estero, qualcuno ha vissuto un po’ ovunque. Noi li abbiamo intervistati a Roma, nell’unica occasione in cui si sono riuniti per la stampa. L’emozione è tanta, la paura anche, ma il direttore artistico Claudio Baglioni è molto amato da tutti ed è una presenza “rassicurante”. “Se dovessi definire Claudio Baglioni direi galantuomo”, dice Antonia Laganà, che viene da Reggio Calabria e porta un brano su un uomo “che parla troppo e fa poco”. Mudimbi invece è un rapper che sfiderà i compagni con una canzone sulla magia, “quella di non farsi sovrastare dalle sfighe quotidiane che abbiamo tutti”. L’ottimismo è un leit motiv scelto da altri colleghi, come ad esempio Dave Monaco (“La mia canzone è un inno al credere, chi è convinto di saper volare può fare qualsiasi cosa, io ne sono convinto… ma non lo testerò”, scherza), ed Eva Pevarello, che viene da Thiene, nel vicentino, e canta Cosa ti salverà. A tenere i piedi per terra ci pensa Santiago da Brindisi, che sfida gli altri con Nessuno (“In un’epoca in cui sentirsi qualcuni porta a dividerci, essere nessuno può aiutarci a sentirci una cosa sola”, dice). Molti sono cantautori, scrivono da soli le proprie canzoni e spesso lo fanno per esorcizzare il dolore. È il caso di Giulia Caseri, che ha scritto Come stai per raccontare un periodo buio della sua vita, o di Carol Beria, la più giovane fra i concorrenti (18 anni), che porta un brano sulla sofferenza per la perdita di una persona cara. Da Napoli viene Davide Petrella, che ha già collaborato con alcuni grandi nomi della musica italiana e a Sarà Sanremo porterà un brano che “parla di un amore un po’ scostumato, un po’ maleducato”, mentre da Roma viene Ultimo, cantautore che ha scritto Il ballo delle incertezze, un pezzo “per chi non ha voluto scegliere il suo futuro”. Esempio di multiculturalismo è Nyvinne, che ha vent’anni, è nata in Lussemburgo, vive in Italia, ha origini tedesche e marocchine e ha scritto Spreco personale. Il parterre dei giovani aspiranti all’Ariston si chiude con la gioia e l’entusiasmo dell’unico duo concorrente, Aprile e Mangiaracina (Silvia e Sade), una canta e l’altra suona, che sono “felici, in un periodo della nostra vita meraviglioso, e lo vogliamo raccontare nella nostra canzone”.