Politica incapace ed Europa senz’anima: ecco chi ha scippato l’Ema a Milano
12 a 9 al secondo turno significa che ti mancano due punti. E all’avversaria cinque. 12 a 9 significa perciò che è praticamente fatta, che la vittoria è lì pronta per essere acchiappata. Significa ovviamente che devi correre subito a spenderti almeno verso due Paesi, due di quelli che al primo turno t’hanno già votato. Due simpatizzanti da mutare in alleati. Perché al primo turno ne avevi avuti addirittura 25 di voti contro 20. E invece niente. Il sottosegretario Gozi sorride, s’illude e, però, si fa raggirare: come un gonzo qualsiasi. Mentre gli altri brigano, trattano, convergono e ne approfittano. Azzerano il distacco e accedono al sorteggio. Ecco cosa è accaduto lunedì pomeriggio a Bruxelles. Ecco perché Milano ha perso e Amsterdam ha vinto. Non è stata pura sfortuna, non c’entra nulla il sorteggio cinico e baro. C’entra l’Italia. La sua classe dirigente. I suoi rappresentanti. La loro capacità di aggregare consenso. C’entra l’Italia politica perché se davvero era così importante avere l’Ema sarebbe stato giusto mandarci il ministro degli Esteri. Anche se si chiama Angelino Alfano. Per far capire a tutti gli altri che il nostro interesse era massimo. Certo, dato lo spessore del personaggio, la sicurezza non l’avremmo avuta neanche così. Ma un segnale chiaro, quello sì, quello l’avremmo dato. L’agenzia per il farmaco avrebbe avuto in Milano la sua collocazione naturale. Invece andrà ad Amsterdam dove porterà qualche miliardo di indotto. Tutti, da subito, hanno recitato il copione della sfortuna. Tutti hanno detto e diranno che è stato il destino e, forse, il “tradimento” di qualche Nazione amica (Spagna) o presunta tale (Germania). Nessuno se ne assumerà la responsabilità. Certificando ancora una volta di che razza di pasta è fatta la nostra politica e di quale credito goda. E, anche, cos’è davvero quest’Europa senz’anima, dove sono tutti amici fino a prova contraria e tutti fratelli fin quando conviene.