Pensioni, gli italiani non se la godono: lo scatafascio firmato Fornero-Pd
I lavoratori italiani sono sfigati due volte. Vanno in pensione più tardi rispetto alla media europea, in “virtù” della legge Fornero; e – peggio ancora- hanno pochi anni per godersi la pensione rispetto ai colleghi europei, ossia rimangono in pensione per poco tempo. Prospettiva certo depressiogena, quella evidenziata da un’analisi statistica pubblicata dalla Uil alla vigilia dell’ennesimo incontro tra governo e sindacati sulle possibilità di rallentare l’attuazione della legge Fornero. L’analisisi basa su dati Missoc ed Eurostat. I lavoratori si ritirano dal lavoro più tardi rispetto agli altri Paesi europei e, dunque, nonostante un’aspettativa di vita non bassa, finiscono con il godere dell‘assegno previdenziale per un periodo molto limitato: 16 anni e 4 mesi gli uomini e 21 anni e 7 mesi le donne. La media europa ci dice che per gli uomini la durata dello stare in pensione è di 18 anni e 9 mesi e, per le donne, di 23 anni e 2 mesi.
Pensioni, italiani sotto la media per durata dell’assegno
Confronti: prendiamo Francia e Regno Unito. In Francia l’età per il pensionamento degli uomini è a 60 anni e la loro aspettativa di vita è di 84 anni e 5 mesi: quindi, non solo l’aspettativa di vita è maggiore, ma l’età di accesso è di 6 anni e 7 mesi inferiore a quella italiana, pertanto la permanenza in pensione, è di oltre 8 anni maggiore. Nel Regno Unito, le donne, pur avendo un’aspettativa di vita pari a 85 anni e 10 mesi (un anno e 4 mesi meno delle italiane), godono in media dell’assegno per 4 anni e 3 mesi più delle italiane visto che l’età di pensionamento è 60 anni.
Le proposte del governo non soddisfano
Per questo il fronte sindacale è compatto. «Non c’è nessun motivo per aumentare in via generalizzata l’età di accesso alla pensione così come dovrebbe accadere sulla base dell’attuale normativa», ha dichiarato il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti. Le aperture del governo sono insufficienti, dichiarano, compresa la valutazione dei lavori usuranti – commisurati in 15 categorie- alle quali ci sarà battaglia per includerne altri. Il dossier che il governo presenterà al tavolo delle trattative contiene una proroga dell’Ape social al 2019 e un allargamento delle categorie previste con l’aggiunta di lavoratori agricoli, marittimi pescatori e siderurgici. La platea di potenziali beneficiari dovrebbe pertanto allargarsi oltre le 20mila unità restando sostenibile a livello di esborso per i conti pubblici. Su tutto pende il giudizio del presidente dell’Inps, Tito Boeri, uno dei più ostili allo stop all’adeguamento dell’età pensionabile.