La Ue non sopporta l’umiliazione della Brexit e lancia l’ultimatum
Theresa May ha due settimane di tempo per risolvere le questioni del del confine irlandese e del “conto del divorzio” da pagare a Bruxelles, se vuole che il negoziato sul nuovo accordo commerciale con la Ue prenda il via a fine anno. A dare l’ultimatum alla premier britannica è il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che si dice “pronto” ad avviare la prossima fase dei colloqui sulla Brexit, a patto che Londra dia delle risposte “al più tardi all’inizio di dicembre”. Dopo aver parlato con la May a margine del summit sociale di Goteborg, in Svezia, Tusk ha ribadito che sono necessari “molti più” progressi sulle due questioni, per poter invitare i leader Ue, nel prossimo vertice del 14 dicembre, a dare il loro via libera alla seconda fase dei negoziati con Londra. “Saremmo pronti a passare alla seconda fase già a dicembre”, ha detto Tusk, che rivedrà la premier britannica la prossima settimana. “Ma – ha aggiunto- per poterlo fare dobbiamo vedere più progressi da parte britannica”. “Se per allora non ci saranno sufficienti progressi, non sarò nella posizione di proporre delle nuove linee guida sulla transizione e sul rapporto futuro al Consiglio europeo di dicembre. Sono stato molto chiaro con la primo ministro May, riguardo al fatto che questi progressi dovranno essere fatti al più tardi all’inizio di dicembre”, ha detto Tsuk secondo quanto riportato dalla Bbc. Prima di lasciare Goteborg, la premier britannica ha detto che le due parti devono “lavorare insieme” per raggiungere un punto ritenuto sufficiente dalla Ue per poter avviare i negoziati sul futuro rapporto commerciale con Londra. Il Regno Unito ha già dato la sua disponibilità a coprire i propri obblighi finanziari verso l’Europa, fino al termine del 2020. Si tratta di una somma valutata intorno ai 20 miliardi di sterline. La Ue chiede però che Londra continui a contribuire anche ai programmi a lungo termine dell’Europa, come la spesa per lo sviluppo regionale e quella per le pensioni dei funzionari britannici della Ue. Sulla questione del confine tra le due irlande, oggi, sempre da Gotebog, il premier irlandese Leo Varadkar si è detto pronto a opporre il veto alla seconda fase delle trattative tra Bruxelles e Londra, nel vertice Ue di dicembre, senza non ci saranno garanzie da parte britannica. “Ci sono state date rassicurazioni che non ci saranno confini fisici in Irlanda, che non ci saranno infrastrutture fisiche, che non torneremo ai confini del passato – ha detto Varadkar – vogliamo che sia scritto in termini pratici a conclusione della fase uno”. Il capo del governo di Dublino ha anche accusato i politici britannici di improvvisazione, avendo appoggiato la Brexit senza valutarne a fondo le conseguenze. “Sono passati 18 mesi dal referendum, sono passati 10 anni da quando coloro che volevano un referendum hanno cominciato a parlarne. A volte sembra che non abbiano valutato attentamente la cosa”, ha detto Varadkar.