Igor, caccia agli zingari che lo hanno aiutato. Indagini su dieci persone

24 Nov 2017 15:10 - di Paolo Lami

E’ scomparso nel nulla lasciando dietro di sé una scia di sangue e due morti. Ed è quasi natale chiedersi come abbia fatto e, soprattutto, se qualcuno abbia aiutato il serbo Norbert Feher-Igor Vaclavic a dileguarsi nel mezzo di una caccia all’uomo gigantesca. Così il 6 novembre scorso la Procura di Bologna ha chiesto al gip la proroga delle indagini in corso su Igor motivando l’atto, nel quale il serbo latitante risulta unico indagato, con l’analisi del traffico telefonico dello straniero «volto a confermare la presenza nei luoghi dei delitti» e da intercettazioni «anche volte a identificare le persone che ne hanno favorito la latitanza e la fuga».
La richiesta è stata inoltrata dal pm Marco Forte al gip Letizio Magliaro, scaduti i primi sei mesi per le indagini preliminari ed è ora in corso di notifica all’avvocato Cesare Pacitti, difensore del latitante, e alle persone offese, la vedova del barista Davide Fabbri, i familiari della guardia volontaria Valerio Verri e, oltre a loro, anche all’agente di polizia provinciale Marco Ravaglia ferito nell’agguato nel Mezzano, la guardia giurata rapinata a Consandolo e un pachistano aggredito tra i due omicidi.

A otto mesi dai delitti di Budrio e Portomaggiore, nessuno sa dove sia finito Norbert Feher, alias Igor il russo, il pluriomicida ancora in fuga nonostante la gigantesca caccia all’uomo messa in piedi dalle forze dell’ordine. Secondo “Repubblica”, la Procura di Bologna sarebbe molto più avanti di quanto sembri. E, addirittura, avrebbe messo sotto indagine la rete di contatti che l’uomo si era creato nel Ferrarese e che potrebbero aver dato una mano al killer a nascondesi e forse a fuggire all’estero.

I pm bolognesi, secondo Repubblica, avrebbero già perfino individuato alcune vecchie amicizie di Igor e starebbero indagando sui nomi di una decina di persone che potrebbero conoscere gli spostamenti dell’uomo o sapere dove si sia rifugiato. Stando a quanto riporta il quotidiano fondato da Scalfari, sarebbero cinque i sospettati di aver favorito o coperto la latitanza di Feher e graviterebbero attorno ad alcuni campi nomadi di etnia Sinti e slava nel Ferrarese. In passato i cinque si sarebbero dedicati a «furto, ricettazione e spaccio di basso rilievo».

«Abbiamo sempre sostenuto che ci potessero essere dei fiancheggiatori di Igor che l’hanno aiutato a fuggire, cosa altrimenti davvero difficile», ha commentato l’avvocato Giorgio Bacchelli, legale di Maria Sirica, vedova di Davide Fabbri ucciso da “Igor il russo” il 1 aprile scorso.

«Abbiamo inoltrato diverse segnalazioni alla Procura – ha spiegato il legale – da parte di persone che hanno riconosciuto ex-complici o individui che avevano a che fare con il killer e che erano state avvistate nei paraggi, che lo conoscevano e possono averlo aiutato. Igor ha bazzicato in quelle zone da 12 anni».

Quanto alla notizia riportata da “Repubblica“, Bacchetti ha precisato: «Non so nulla a riguardo, ma so che io e il comitato degli amici del povero Davide Fabbri facciamo continue segnalazioni di comunicazioni che ci arrivano da persone che dicono di sapere delle cose e aver visto delle persone che possono essere poste in relazione a Igor. Noi le giriamo alla Procura di Bologna. Forse qualcuna di queste segnalazioni può aver dato adito a queste indagini».

«E’ un ipotesi verosimile – ha proseguito l’avvocato Bacchelli -, molto probabilmente queste persone sono state iscritte nel registro degli indagati solo a scopo investigativo».

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