Nuovo giro di vite del dittatore rosso Maduro: ma in Italia non se ne parla
L’Assemblea costituente venezuelana, controllata dalla dittatura comunista di Maduro, ha approvato ieri una legge che prevede condanne fino a 20 anni di carcere contro coloro che promuovono o commettono “crimini d’odio”. Immediata la reazione dell’opposizione e di numerose Ong, convinti che la legge sarà utilizzata dal governo per perseguire ulteriormente gli oppositori del governo del dittatore comunista Maduro, la stampa e i social network. La presidente dell’Assemblea costituente, Delcy Rodriguez, ha sostenuto che si tratta di una legge “modello da esportare in tutto il mondo” che punisce non solo coloro che promuovono l’odio, ma obbliga i media e i social network a rimuovere questi messaggi e promuovere la tolleranza. Per i social, in particolare, “ci sono regole molto precise che vietano la promozione di messaggi che incitano all’odio, alla guerra o all’intolleranza, e obbliga a ritirarli entro sei ore, altrimenti saranno oggetto di sanzioni”, ha aggiunto Rodriguez. Ma l’America latina chiede aiuto agli Usa: l’Amministrazione Trump dovrebbe rendere più severe le sanzioni contro Caracas, imponendo un embargo totale sulle esportazioni di petrolio venezuelano verso gli Stati Uniti. E’ quanto sostiene il presidente argentino Mauricio Macri, che in un’intervista al Financial Times assicura che l’eventuale decisione di Washington otterrebbe un ampio consenso in America Latina. Visto il peggioramento della situazione in Venezuela, gli Usa dovrebbero “assolutamente” imporre a Caracas un embargo petrolifero totale, ha detto il presidente argentino, intervistato a New York dal quotidiano finanziario. ”Credo che dovremmo andare verso un completo embargo petrolifero. Le cose vanno sempre peggio. Ora la situazione è veramente dolorosa. La povertà cresce ogni giorno, le condizioni sanitarie peggiorano di giorno in giorno”, ha detto Macri. Durante l’estate, il presidente Trump aveva annunciato una serie di sanzioni finanziarie contro il Venezuela e alcuni membri del governo, compreso il blocco totale dei prestiti finanziari a Caracas da parte degli Stati Uniti. Trump aveva però rinunciato a misure più severe, come il blocco delle esportazioni petrolifere venezuelane verso gli Usa.