È morto Ajalon Gomes, l’americano che sconfinò in Nordcorea e finì nei gulag

23 Nov 2017 14:16 - di Martino Della Costa

Un’avventura strana, quella di cui era stato protagonista nel 2010, e strane anche le circostanze della sua morte: fatto sta che si è chiusa oggi la parabola esistenziale del 38enne americano, Ajalon Gomes, salito agli onori della cronaca per aver sconfinato dalla Cina in Corea del Nord dove, arrestato, fu liberato solo dopo l’intervento dell’ex presidente Jimmy Carter.

È morto l’americano Ajalon Gomes

Dunque, come anticipato, è morto in circostanze ancora da chiarire Gomes: il suo corpo è stato ritrovato in fiamme vicino a San Diego. Gli inquirenti ipotizzano l’incidente, ma non escludono il suicidio nell’attesa del risultato dell’autopsia. Gomes, insegnante d’inglese, come noto era tornato a Boston dopo otto mesi di detenzione in Corea del Nord, dove era stato condannato a otto anni di lavori forzati per essere entrato nel paese senza autorizzazioni dal confine con la Cina. Un’iniziativa alquanto pericolosa, che poi l’avventuroso professore americano aveva raccontato nell’autobiogragia Violence and Humanity, nelle cui pagine aveva descritto il suo calvario nei gulag nordcoreani. All’epoca dei fatti, l’ex presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter, in missione in Corea del Nord, riuscì a trattare la sua scarcerazione, prima, e liberazione, poi, nonostante la dura condanna inflitta dal tribunale di Pyongyang. In quel caso, la trattativa andò a buon fine prima che fosse troppo tardi – come invece accaduto al povero Otto Warmbier – e fu raggiunto un accordo per un’amnistia speciale grazie al quale ex presidente Usa e il suo connazionale, riuscirono a tornare negli Stati Uniti.

Gli investigatori sospettano il suicidio

Con quel pericolo sconfinamento per sua fortuna a lieto fine, Gomes –  conosciuto per la sua fede cristiana – volle imitare le gesta del missionario americano Robert Park, che uin mese prima attraversò un fiume nordcoreano congelato il giorno di Natale. Fatto sta che, già in quelle strane circostanze, i media nordcoreani dissero di Gomes – fermato a gennaio e condannato ad aprile – che nel mese di luglio, durante la sua detenzione, avrebbe tentato il suicidio e che, per questo, passò dalla cella al ricovero ospedaliero. Oggi, poi, la fine tra le fiamme, per cui gli inquirenti americani al lavoro sul caso sospettano un nuovo tentativo di porre fine alla propria vita…

 

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