Cile, a Pinera il primo turno delle presidenziali. Sale l’estrema destra
Il conservatore Sebastian Pinera è arrivato in testa al primo turno delle elezioni presidenziali cilene, ma il suo risultato è stato inferiore alle aspettative, in un voto che ha smentito molti pronostici. E il suo avversario al ballottaggio del 17 dicembre, il candidato della sinistra ufficiale Alejandro Guiller, spera ora in una rimonta. Tanto più che la vera sorpresa del voto è stata la terza arrivata, la giornalista Beatriz Sanchez, alla guida di una nuova alleanza di sinistra, il Frente Amplio. Indicato al 40-45%, l’ex presidente conservatore Sebastian Pinera ha ottenuto al primo turno solo il 36,6%. Il ricco imprenditore, a capo dell’alleanza “Chile Vamos”, ostenta sicurezza, ricordando di aver vinto il ballottaggio nel 2009 partendo da un risultato simile. Con lui si schiererà probabilmente Josè Antonio Kast, candidato dell’ultradestra che si dichiara apertamente ammiratore del defunto presidente Augusto Pinochet. Accreditato dai sondaggi al 3%, Kast ha ottenuto un inaspettato 7,9% e ora chiede a Pinera un’ulteriore svolta a destra per dargli il suo appoggio. “È chiaro che i progressisti sono in maggioranza”, ha dichiarato intanto Guiller, candidato della Nueva Mayoria, l’alleanza sostenuta dal governo uscente della presidente socialista Michelle Bachelet, che spera in una vittoria al secondo turno. Sociologo, senatore indipendente, un passato da popolare giornalista televisivo, ha ottenuto il 22,67%, più o meno in linea con le aspettative della vigilia, e sfiderà Pinera al ballottaggio. Guiller ha superato di un soffio la vera novità del panorama politico cileno, Beatrice Sanchez. I sondaggi prevedevano solo l’8% per la leader del Frente Amplio, ma la la 46enne Sanchez è arrivata al 20,34% e intende far sentire il suo peso. Fallita invece, con il solo 5,9%, l’operazione politica di Caterina Goic, candidata del partito cristiano democratico, che aveva deciso di correre separatamente malgrado il suo partito facesse parte dell’alleanza di governo con la Bachelet. Infine il cineasta Marco Enriquez Ominami, alla testa del partito progressista (Pro) è arrivato al 5,7% e ha già promesso l’appoggio a Guiller. Il voto è stato caratterizzato da una disaffezione verso la politica. Solo il 46% dei 14 milioni di cileni chiamati alle urne per le settime elezioni presidenziali dal ritorno alla democrazia si è recato al voto. “Cinque compatrioti su dieci non sono andati a votare. Tutti coloro che hanno responsabilità pubbliche devono dimostrare che è possibile recuperare la fiducia nella politica”, ha detto la Bachelet, esortando i cileni a partecipare in massa al ballottaggio. La legge cilena vieta due mandati presidenziali consecutivi. La Bachelet è stata eletta due volte, con una legislatura d’intervallo, quando Pinera fu presidente. L’imprenditore 67enne vuole tornare a guidare il Paese promettendo di rilanciare l’economia. Ma vuole anche smantellare le riforme sociali della Bachelet sull’istruzione gratuita, le unioni civili omosessuali e l’aborto, ora permesso ma solo entro precisi limiti. Tutte riforme che parte della sinistra aveva considerato troppo timide. Guiller, 64 anni, si impegna invece per un Paese “più giusto e inclusivo”. “La destra non crede alla gratuità dell’istruzione, perché la considera un affare, come la salute”, sottolinea.