Casapound parla a Genova malgrado la campagna di odio dell’Anpi
Sala piena di militanti, molti dei quali hanno assistito all’incontro in piedi e fuori dalla stanza adibita al convegno organizzato da Casapound oggi pomeriggio all’interno dell’Hotel Astor di Genova Nervi. Fuori bandiere dell’Anpi e un presidio pacifico dei residenti, dentro l’albergo le bandiere con la tartaruga – tra i simboli del gruppo – con l’ultradestra che ha fatto il punto insieme ai suoi neoeletti e coordinatori nazionali sui recenti risultati elettorali, raccontando l’esperienza raccolta sul territorio e sottolineando il prossimo obiettivo: quello di approdare in Parlamento. Altre 13 sedi in arrivo per CasaPound sparse per tutta Italia – che si sommano alle prime 100 aperte negli ultimi mesi – e occhi puntati sulla prossima campagna elettorale per le politiche nazionali. Al tavolo si celebra il risultato di Ostia e il percorso da fare insieme, da qui ai prossimi mesi. Con un punto fermo: “Stop alla macchina del fango”, dicono i militanti. “CasaPound è un movimento pulitissimo, è popolo e possono dire quello che vogliono ma non ci fermeranno mai”, ha sottolineato anche durante il suo intervento Simone Di Stefano, il vicepresidente Cpi. “CasaPound pensa che qui a Genova può vincere – ribadisce Luca Marsella, consigliere eletto nel X Municipio di Roma – come vogliamo fare in tutte le altre città d’Italia perché vogliamo far risorgere una nazione, ce ne freghiamo che questa è una città di sinistra. A Ostia abbiamo preso i voti anche di anziani cittadini famiglie che prima votavano per il Partito Comunista. E che sono andati a rifare la tessera elettorale per tornare al voto e votare noi. Noi non siamo per le divisioni, vogliamo unire tutti gli italiani sotto il tricolore. Ben venga se ci vota chi era di sinistra, chi vive nei quartieri popolari. Abbiamo sconfitto la dinamica del voto utile. E sono convinto che possiamo portare i nostri militanti in Parlamento”.