Buon compleanno sms: tra boom e crisi, i messaggini compiono 25 anni
Quando il 3 dicembre 1992 Neil Papworth, allora giovane ingegnere 22enne, all’epoca stagista presso la Sema Group Telecoms, inviò, forse un po’ in anticipo sui tempi, il messaggio di auguri «Merry Christmas» a Richard Jarvis, dirigente della Vodafone, sicuramente non immaginava che sarebbe passato alla storia della comunicazione digitale. Eppure, quelle due semplici parole, inviate però tramite un computer, e che non ebbero mai risposta – i dispositivi mobili di allora non erano dotati di tastiera – avrebbero rappresentato a posteriori il debutto degli sms, che tra qualche giorno, appunto, compiranno 25 anni.
Gli sms compiono 25 anni
Allora non si immaginava che quello potesse essere il primo passo di rivoluzione planetaria per migliaia di persone. A quei tempi i cellulari erano esteticamente molto simili agli attuali cordless e la tecnologia a disposizione non permetteva granché, all’infuori della normale telefonata. Il sistema Gsm, il più diffuso attualmente, era ancora in fase sperimentale. Ciò spiega il fatto che Papworth si trovasse costretto ad utilizzare il proprio personal computer per inviare un messaggio di appena 15 caratteri. E allora, il primo sms scambiato tra due telefoni mobili fu inviato l’anno successivo da uno stagista della Nokia, il finlandese Riku Pihkonen. Il primato resta, tuttavia, all’ingegnere inglese che ha avuto il merito di aprire la strada a un fenomeno di massa, che in pochi anni ha sconvolto il modo di comunicare delle persone e l’utilizzo stesso del telefonino.
Dal boom alla crisi decretata da WhatsApp
Il boom, poi, come noto si sarebbe raggiunto alla fine degli anni ’90, quando il cellulare ha cominciato a diventare un oggetto inseparabile per milioni di adolescenti, che trovavano più congeniale comunicare tra di loro attraverso i 160 caratteri del messaggino piuttosto che telefonarsi. Negli stessi anni, si è diffusa la consuetudine di utilizzare per il singolo messaggio il termine sms (dall’acronimo Short Message Service), quando invece quest’ultimo indica il servizio che ne consente l’invio. Il lessico utilizzato, estremamente sintetico e con abbreviazioni originali, ha finito nel tempo con l’influenzare il modo di scrivere in generale dei giovani e i linguaggi utilizzati dai media e nella comunicazione commerciale. Tra gli utilizzi positivi dell’sms, allora, vale la pena sottolineare quello “solidale”, diffusosi a partire dal 2005, con una donazione per cause benefiche effettuata appunto con un semplice “messaggino”. Certo, gli sms oggi conoscono una prima fase di vera crisi – se non proprio di decadenza – seppure non se ne possa certamente decretare la morte, grazie all’avvento delle App di messaggeria istantanea, prima fra tutte WhatsApp, legate agli smartphone e tablet di ultima generazione. Ma questa è un’altra storia…