Berlusconi a Di Maio: «Facevi lo steward allo stadio per vedere il Napoli gratis»

26 Nov 2017 13:24 - di Michele Pezza

Un lungo, scrosciante, applauso accoglie Silvio Berlusconi a “Idee Italia – La voce del Paese“, la “tre giorni” organizzata da Forza Italia a Milano anche per bilanciare l’effetto politico-mediatico della Leopolda del Pd in corso a Firenze. Sia Berlusconi sia Renzi chiuderanno le rispettive kermesse allo stesso orario in quello che ha tutta l’aria di essere il primo vero duello a distanza della campagna elettorale. Sulle prime Berlusconi nega lo scontro («Quando mi hanno invitato non avevo presente questa contemporaneità»), ma è solo un modo per rendere più efficace il primo affondo, che infatti arriva subito dopo: «La Leopolda ha chiamato a rapporto i giovani, che sono sicuramente una parte su cui dobbiamo intervenire. Noi, invece, abbiamo chiamato tutta l’Italia».

Berlusconi: «Via il bollo dalla prima auto»

Un concetto che il Cavaliere non tarda a sviluppare ricordando tutte le tappe che lo hanno portato a sagomare quello che egli stesso ha definito “L’albero della libertà“, cioè la piattaforma programmatica nata dal confronto con associazioni, ordini professionali, volontariato e società civile e che ha già presentato «ai nostri due alleati», cioè Lega e FdI-An che lo hanno, assicura, «condiviso». Si tratta, ha spiegato Berlusconi, di un «work in progress», un cantiere aperto, che può «essere integrato e arricchito» e che sarà definito da un «prossimo tavolo» aperto anche a «quella famosa quarta gamba che si sta formando con la partecipazione di più di dieci rassemblement politici. A tutti – ha aggiunto – ho chiesto le loro osservazioni». Comunque sia, «da gennaio – ha detto ancora sul leader “azzurro” – sarò presente in tutte le regioni italiane, dove incontrerò tutti quelli che mi vorranno parlare». Una novità è sicuramente l’abolizione del bollo dalla prima auto.

Sul M5S: «L’87% dei loro eletti non ha mai lavorato»

Ma l’obiettivo principale resta il M5S, esattamente come nel ’94, anno della “discesa in campo”, lo fu la «gioiosa macchina da guerra» di Achille Occhetto. L’attacco di Berlusconi verso il MoVimento è diretto e senza fronzoli: definisce i grillini gente «senza arte né parte», comandati da «un vecchio comico che approfitta della pochezza delle persone che hanno spedito in Parlamento per fare quello che vogliono». Soprattutto li considera «i veri professionisti della politica». Tanto è vero, aggiunge, che «l’87 per cento di loro non ha mai fatto la dichiarazione dei redditi, quindi non ha mai lavorato». Dagli strali di Berlusconi non si salva ovviamente il «faccino pulito» Di Maio: «Si è iscritto a legge e ha fallito e ha fatto un solo mestiere: lo steward al San Paolo per vedere gratis le partite del Napoli».

 

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