«Vergognati», «Verme». E lui: «Non so perché ho filmato il giovane che moriva»
Si definisce «poliedrico riccionese noto sul territorio internazionale come studioso di Arte Liberty e artista alla 54° Biennale di Venezia». Ma per tutti, oggi, è solo il 29enne che ha filmato l’agonia di un giovane centauro per trasmetterla live su Facebook. Andrea Speziali è diventato così l’oggetto della rabbia di migliaia di utenti che ne hanno invaso le (tante) pagine social a suo nome per insultarlo. “Vergognati” il consiglio ricorrente nei commenti, il più usato dai tanti che non riescono a comprendere come sia stato possibile che un ragazzo abbia ripreso gli ultimi istanti di vita di quello che era poco meno di un coetaneo per offrirli alla platea dei social network. Così, senza filtri, senza pensarci e con una frase: «Chi mi segue chiami i soccorsi», che a molti è suonata come un’omissione grave. Una rabbia che non si placa nemmeno con le scuse di Speziali, che intervistato dal Resto del Carlino assicura: «Mi hanno detto che avevano già chiesto aiuto, che i soccorsi stavano arrivando, io non potevo fare nulla per lui».
Filma il giovane in agonia, le scuse
Gli insulti
L’inchiesta della Procura
La Procura di Rimini ha aperto un’inchiesta contro ignoti, dopo che la morte di un ragazzo di 24 anni a terra dopo un incidente in scooter è stata ripresa in diretta Facebook. La Procura, al momento, ipotizza il reato di pubblicazione e spettacoli osceni. Al vaglio degli inquirenti, le foto ed i video ripresi sul luogo dell’incidente che fanno parte del fascicolo d’indagine. Gli inquirenti, in queste ore, accerteranno se, in base all’articolo 528 del codice penale (la legge sulla stampa e le norme sulla diffamazione), l’aver pubblicato su Facebook le foto di un ragazzo agonizzante dopo un incidente stradale, possa costituire un reato. Per l’ipotesi di omissione di soccorso, invece, gli investigatori confronteranno gli orari della pubblicazione sul social network con quelli della chiamata di emergenza al 118.