Turchia, in manette per i post su Facebook: finirà così anche in Italia?
Un’altra giornalista in manette in Turchia. La polizia ha arrestato nella notte a Istanbul, Zeynep Kuray, reporter del giornale di sinistra Birgun. Secondo quanto riportato dallo stesso quotidiano, le forze di sicurezza hanno prelevato Kuray dalla sua abitazione nel quartiere di Kadikoy. Al momento, si legge sul sito di Hurriyet, non ci sono notizie ufficiali sulle cause che hanno portato al suo arresto. Tuttavia la sorella di Kuray, Sema, ha dichiarato a Birgun che la giornalista, alla quale è stato sequestrato anche il cellulare, è finita in manette per alcuni post su Facebook. È intanto iniziato a Izmir, in Turchia, un nuovo processo contro il presidente di Amnesty International, Taner Kilic, accusato di far parte di una “organizzazione terroristica armata”, ovvero il movimento dell’imam Fetullah Gulen, considerato dal governo di Ankara l’ispiratore del fallito golpe dello scorso anno. Kilic, riferisce l’agenzia di stampa Dpa, si è dichiarato innocente. Kilic è in carcere da giugno ed è accusato di aver utilizzato ByLock, l’app che secondo le autorità turche sarebbe stata usata per le comunicazioni tra le persone sospettate di aver partecipato al fallito colpo di stato. Un osservatore di Amnesty presente in aula ha riferito – come riporta la stessa Dpa – che Kilic ha detto alla corte di essere finito nel mirino perché suo genero lavorava in un quotidiano di opposizione, chiuso lo scorso anno dalle autorità turche. Kilic è anche tra gli imputati del processo che si è aperto a Istanbul contro 11 difensori dei diritti umani, tra i quali la direttrice di Amnesty in Turchia Idil Eser.