Thyssen, la Cassazione boccia i ricorsi dei manager: «Condanne giuste»
Non c’è alcun errore nella sentenza di condanna definitiva dei manager della Thyssen: nel rogo avvenuto nel dicembre del 2007 ,all’interno dello stabilimento torinese, morirono sette operai. Con questa motivazione la terza sezione penale della Cassazione ha bocciato, dichiarandoli inammissibili, i ricorsi straordinari presentati dall’amministratore delegato della Thyssen Harald Espenhahn (condannato a 9 anni e 8 mesi), dai dirigenti Gerald Priegnitz, Marco Pucci (entrambi condannati a 6 anni e 10 mesi) e Daniele Moroni (condannato a 7 anni e 6 mesi) contro il verdetto che la Suprema Corte – quarta sezione penale – pronunciò il 13 maggio 2016.
Thyssen, le motivazioni della Cassazione
«È del tutto assente – si legge nelle ordinanze depositate dalla terza sezione penale – l’errore di fatto attribuito al giudice di legittimità», il quale ha invece «diffusamente argomentato» sulla «rideterminazione della pena» effettuata in sede di appello-bis, «ritenendola conforme a legge ed adeguatamente giustificata, tenendo anche ben presente i contenuti dell’imputazione, le singole posizioni degli imputati e le condotte loro attribuite, nonché i contenuti della decisione delle sezioni unite», con la quale la Cassazione, nell’aprile 2014, dispose un nuovo processo d’appello per la rideterminazione delle pene.
La reazione del legale
«Prendo atto della decisione della Cassazione pur non condividendola perché è solo l’ennesima decisione negativa per gli imputati», ha commentato l’avvocato Ezio Audisio che rappresenta Harald Espenhahn, Gerald Priegnitz e Marco Pucci.