Salvini: non sono fascista e dopo il voto potrei chiamare Grillo

30 Ott 2017 19:03 - di Redazione

Matteo Salvini in Sicilia non si sente affatto un “poveraccio”, epiteto riservatogli da Beppe Grillo. Anzi il leader della Lega da Palermo rilancia e, per far arrivare chiaro e tondo il messaggio ai fautori delle larghe intese, osserva che a un governo con Renzi non si piegherà mai.

“Io ho sempre detto che mai la Lega sosterrà governi del Pd o di centrosinistra, sicuramente non telefonerei mai per problemi di governo a Renzi o Alfano, a questa gente qua. Il mio obiettivo è portare un governo di centrodestra al Governo”. Però Salvini telefonerebbe a Grillo, pur ammettendo che l’onestà sbandierata dal M5s non è sufficiente per governare ma che occorre semmai “l’esperienza della Lega”.

“Io sono molto più umile del M5S – continua Salvini – loro dicono che sono il meglio e che non parlano con nessuno. Mi confronterei volentieri con i Cinquestelle per chiedergli se veramente vogliono governare o se pensano di fare opposizione a vita perché l’Italia e la Sicilia hanno bisogno di ferrovie, di infrastrutture e non di promesse a vanvera”.

 

Salvini polemizza a distanza anche con Bossi, ribadendo la vocazione nazionale della sua Lega nonostante il successo dei referendum autonomisti in Veneto e Lombardia: “Per Bossi sono un fascista? Sbaglia, perché non è mio diritto ma mio dovere venire in soccorso dei pescatori siciliani. Se non è d’accordo mi dispiace per lui. Ho fatto una scelta ben precisa”.

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