Referendum catalano, Madrid proporrà la destituzione di Puidgemont
“Il dialogo è nella legge e tutto quello che è stato fatto finora non è dialogo, il dialogo non è voler imporre ai governanti di violare la legge”. Lo ha detto il premier spagnolo Mariano Rajoy, in una dichiarazione alla stampa dopo il Consiglio dei ministri che ha dato il via libera all’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione per la sospensione dell’autonomia della Catalogna. Rajoy ha denunciato “il processo totalmente unilaterale, contrario alla legge e che ha cercato lo scontro” messo in moto dalle autorità catalane, “iniziato con l’intenzione di obbligare il governo ad accettare un referendum che tutti sapevano non potevamo accettare”. Il governo spagnolo ha quindi deciso di applicare l’articolo 155 della Costituzione per la sospensione dell’autonomia della Catalogna a fronte di “una disobbedienza ribelle, sistematica e consapevole” delle decisioni della giustizia da parte delle autorità di Barcellona e per il rischio che questo comporta per la “convivenza” e la “crescita economica” della regione. “Le pretese secessioniste stanno già causando un serio peggioramento del benessere sociale ed economico” in Catalogna, denuncia ancora il documento dell’esecutivo di Madrid, che ricorda poi come il governo di Carles Puigdemont abbia rifiutato di rispondere una prima volta lunedì scorso ed una seconda volta due giorni fa alla richiesta di chiarire se avesse proclamato o meno l’indipedenza della regione.
E il 68 per cento dei catalani è contrario alla secessione
L’obiettivo dell’applicazione dell’articolo 155, si spiega, è quello di “ripristinare la legalità costituzionale e statutaria, assicurare la neutralità istituzionale, mantenere il benessere sociale e la crescita economica e assicurare i diritti e le libertà di tutti i catalani”. Il premier spagnolo proporrà al Senato, sulla base dell’articolo 155, di destituire il presidente della Generalitat de Catalunya, Puigdemont, e gli altri consiglieri del governo regionale, e di convocare elezioni nella regione entro sei mesi. Lo ha detto Rajoy in una dichiarazione alla stampa, sottolineando che “non si sospende l’autonomia né l’autogoverno, ma di destituiscono le persone che si sono messe fuori dalla legge e dallo Statuto” sull’autonomia. Nel giorno in cui Madrid si appresta ad attivare l’iter, un sondaggio rivela che per la maggior parte della popolazione catalana il referendum del primo ottobre non offre alcuna base giuridica per separarsi dalla Spagna. Secondo un’indagine Gesop pubblicata dal quotidiano El Periodico, circa il 55,6% dei catalani crede che il parlamento regionale non abbia alcun mandato per una dichiarazione unilaterale di indipendenza e il 68,6% vuole tenere nuove elezioni regionali per risolvere la crisi costituzionale tra la Catalogna e il resto della Spagna. Una percentuale simile, 68,3%, è favorevole all’avvio dei negoziati sulle riforme costituzionali per ottenere più autonomia per la Catalogna, piuttosto che per l’indipendenza totale.