Mistero Zoro: non lo guarda nessuno ma le tv (e la sinistra) se lo contendono
Zoro, quando faceva ascolti bassi in seconda serata, già passava per un elitario baluardo della satira di sinistra, l’innovatore della tv italiana, l’antesignano delle sinergie tra piccolo schermo e web. Poi passò in prima serata, sempre su Raitre, e si scoprì che lo guardavano ancora meno persone, nonostante lo sguardo benevolo di Daria Bignardi. Poi è passato alla Sette, non per problemi di soldi, disse lui, ammettendo però che avrebbe guadagnato di più, lasciando la Rai con aria sdegnata per gli attacchi ricevuti da Alfano (suo bersaglio principale) e non è stato difeso abbastanza dalla sinistra: alla corte di Urbano Cairo, il satiro romano, al secolo Diego Bianchi, ha dimostrato di saper fare flop anche su altre reti, ammazzando gli ascolti anche sulle tv private. Venerdì sera “Propaganda live” ha emulato, negli ascolti bassi, l’ex “programma di Zoro, “Gazebo“, toccando il 3% di share con una media di telespettatori poco superiore al mezzo milione: la metà del pubblico che ha guardato X Factor su Tv8 e il programma di Maurizio Crozza. Zoro è stato battuto da tutte le reti generaliste, ovviamente anche le tre della Rai, da cui lui sdegnosamente era andato via solo qualche mese fa. La presenza di Roberto Saviano, sulla Sette, non ha aiutato Zoro, anzi, forse ha contribuito a far calare ancor di più la sua scarna platea, composto quasi esclusivamente di giovani smanettoni di sinistra, vecchi bachucchi della politica ringiovanita dai social e onanosti di Twitter a caccia di citazioni televisive.