Malaria, l’allarme degli scienziati: «Può tornare anche in Italia»
Migliorano le condizioni dei quattro braccianti ricoverati a Taranto per malaria. Tutti i pazienti, di origine magrebina e sudanese, non presentano più i sintomi della malattia e anche gli esami di laboratorio mostrano un tendenziale miglioramento. Nel giro di pochi giorni tre di loro potrebbero essere dimessi.
Gli scienziati scrivono al governo
Il nuovo caso di contagio, però, ha portato a una presa di posizione degli scienziati italiani che si occupano della malattia e che avvertono sul rischio che possa diffondersi a livello epidemico anche nel nostro Paese. La malaria è «un’emergenza globale» e «l’Europa e l’Italia non sono un mondo a parte: l’intensità dell’attuale movimentazione globale di merci e persone espone anche Paesi come il nostro al rischio che il trasporto di zanzare o persone infette possa reintrodurre la malattia», hanno avvertito gli scienziati della rete nazionale Imn, Italian Malaria Network, rivolgendosi con una lettera aperta al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e a quello dell’Istruzione, Valeria Fedeli.
«La malattia può tornare anche in Italia»
L’Imn riunisce dieci tra le principali università, strutturate nel Centro interuniversitario per la ricerca sulla malaria (Cirm), e l’Istituto superiore di sanità. Nella lettera, firmata dal decano del network, Donatella Taramelli dell’università degli Studi di Milano, si parla di un possibile ritorno della malattia «sia con episodi isolati, ma non per questo meno gravi, come dimostrano le cronache recenti, sia, come nel caso della Grecia tra il 2010 e il 2013, con focolai epidemici sostenuti dalle zanzare autoctone». Per questo, anche in vista del G7 sulla Salute, in programma in novembre a Milano, gli scienziati lanciano «un forte appello a sostenere con adeguati investimenti la ricerca italiana nella lotta alla malaria». «Vi chiediamo – si legge nella lettera al governo – un concreto sostegno alla ricerca italiana per la lotta contro la malaria che, annunciato in concomitanza con la Conferenza di Milano, costituirebbe un segnale importante in linea con le linee programmatiche sostenute dalla nostra presidenza del G7, e anche un significativo sprone agli altri grandi a continuare e a rafforzare ulteriormente il proprio impegno».