La Corte spagnola blocca il parlamento catalano: niente seduta per l’indipendenza
Catalogna, schiaffo a Puigdemont. La Corte costituzionale spagnola ha sospeso la sessione plenaria del Parlamento catalano convocata per lunedì al fine di dichiarare l’indipendenza. La Corte ha accolto un ricorso del Partito socialista della Catalogna, secondo il quale , se fosse dichiarata l’indipendenza, si produrrebbero una violazione della Costituzione e un “annichilimento” dei diritti dei deputati
Il primo ministro spagnolo, Mariano Rajoy, ha intanto richiesto a Puigdemont, di rinunciare “nel più breve tempo possibile” al suo progetto di dichiarare unilateralmente l’indipendenza, affermando che questa sia “la soluzione migliore” nonché quella che “eviterà danni maggiori”. In un’intervista con l’agenzia Efe, Rajoy ha affermato: “C’è una soluzione? Sì, la migliore è il veloce ritorno alla legalità e l’affermazione nel più breve tempo possibile che non ci sarà una dichiarazione unilaterale di indipendenza, perché in questo modo si eviteranno danni maggiori”.
Si moltiplicano nel frattempo le iniziarive politiche e le manifestazioni in Catalogna. Il movimento popolare “Parlem?” (parliamo) ha convocato per sabato, attraverso i social network, manifestazioni davanti ai municipi a favore del dialogo in Spagna, chiedendo ai partecipanti di vestirsi di bianco, portare cartelli e dipingersi le mani dello stesso colore, evitando le bandiere. Su Facebook, Twitter e Whatsapp, il movimento sta lanciando appelli per convocare le manifestazioni, con un manifesto in cui sottolinea che “è ora la Spagna sia un Paese migliore dei suoi governanti”, che “hanno seminato odio” e “ci dividono”.
Si muovono anche gli uoninisti. Espanya i Catalans ha convocato alle 10 una manifestazione di fronte alla sede della Guardia civil di Travessera de Gracia, a Barcellona, in “omaggio ai corpi e alle forze di sicurezza dello Stato”, che a mezzogiorno si unirà al corteo di Societat Civil.