In Austria vietato indossare il burqa: è legge. Sconfitta la sinistra
È entrata in vigore in Austria la cosiddetta legge anti-burqa, un provvedimento che vieta qualsiasi travisamento del viso nei luoghi pubblici. La legge è stata preceduta da numerose polemiche, sollevate dai partiti della sinistra, da associazioni e dalla comunità musulmana che l’hanno bollata come discriminatoria.
Cosa prevede la cosiddetta legge anti-burqa
In realtà, nel testo non vi è alcun riferimento esplicito al burqa o al niqab indossati dalle donne musulmane, mentre si parla genericamente degli indumenti che coprono il volto, rendendo l’individuo non identificabile, compresi quelli come i passamontagna da neve o i caschi da motociclista. Chiunque li indosserà fuori dalle circostanze che ne giustificano l’utilizzo sarà passibile di una multa di 150 euro. Se poi si rifiuterà di mostrare il viso agli agenti che ne facciano richiesta, potrà essere fermato e costretto a dover fornire le proprie generalità in commissariato. L’introduzione della legge è stata anche accompagnata da volantini in quattro lingue (tedesco, inglese, turco e arabo) che ne spiegano applicazione e divieti con l’ausilio di disegni, nei quali non mancano anche donne velate. Diverse, comunque, le deroghe previste: dal carnevale alle manifestazioni culturali e folkloristiche.
I precedenti in Europa
Secondo i suoi detrattori, la legge, promossa dal leader del Partito popolare austriaco (Övp) e ministro degli Esteri Sebastian Kurz, avrebbe meri fini elettorali e sarebbe finalizzata in particolare a pescare consensi nel campo del partito di destra Fpo. Ma l’Austria, dove a gennaio di quest’anno la polizia è riuscita a sventare un attentato terroristico, è solo l’ultimo di una serie di Paesi che hanno già introdotto divieti simili. Francia e Belgio li hanno introdotti nel 2011; la Bulgaria nel 2016; la Germania ha approvato questa estate il divieto di indossare il burqa per le impiegate degli uffici pubblici. Infine, leggi simili sono in discussione anche in Norvegia e Olanda.