“Così Bianchi stuprava le ragazzine”. Ma basta con la cronaca oscena di certi giornali
E’ affetto da “narcisismo istrionico con tendenze sadiche” Edgar Bianchi, il maniaco dell’ascensore che dopo avere terrorizzato le adolescenti di Genova tra il 2004 e il 2006 ha replicato la sua violenza sadica ai danni di una tredicenne di Milano e poi si è costituito.
La sua confessione è lucida e terribile: «Facevo una passeggiata, stavo parlando al telefono con la mia fidanzata; a un certo punto ho visto una ragazza, mi è venuta voglia di fare qualcosa. L’ho seguita quando è entrata in un palazzo». Bianchi ha afferrato la sua vittima alle spalle conducendo a termine il suo disegno violento e senza alcuna pietà per la ragazzina: “Si vedeva che era terrorizzata”. Un elemento che probabilmente ha avuto sul maniaco l’effetto di rinvigorire i suoi propositi. A questa, come alle precedenti ragazzine violentata, ripeteva di “avere voglia”.
Bianchi seguiva le sue vittime anche a Genova negli androni o negli ascensori, le faceva inginocchiare minacciandole con un coltello e poi ne abusava. Un comportamento che però non è stato giudicato pericoloso al punto da tenerlo in carcere: così, uscito nel 2014, ha potuto rovinare altre vite per poi giustificarsi dicendo che ha bisogno di cure. E’ un completo fallimento per quelle istituzioni che dovrebbero garantire rieducazione dei detenuti e sicurezza dei cittadini.
La vicenda di Edgar Bianchi conosce però anche altri spiacevoli risvolti: come nel caso degli stupri di Rimini, infatti, anche per questo maniaco pedofilo alcuni giornali non hanno esitato a pubblicare i particolari degli stupri subìti dalle ragazzine vittime di Edgar Bianchi. Una cronaca morbosa e guardona, come se ci fosse bisogno di aggiungere dettagli a luci rosse per ritenere abominevole lo stupro di una minorenne. Non è certo per pudore dei particolari osceni che si sottolinea l’insensatezza della pubblicazione dei verbali da cui emerge l’orrore subìto delle giovani vittime. L’abuso di particolari sessuali nelle cronache, lo sappiamo, serve a “stare sul mercato”. Ma quando ci sono di mezzo bambine di dodici anni sarebbe il caso di far prevalere il senso di responsabilità anziché compiacere un pubblico trash e avido di scandalismi.