Censis: 23 italiani su 100 non sanno usare i servizi online della Pa

4 Ott 2017 17:15 - di Redazione

Nell’ipotesi in cui in futuro alcuni servizi pubblici vengano resi accessibili esclusivamente via web, il 23,5% degli italiani non saprebbe come risolvere il problema. È quanto emerge dall’indagine Agi-Censis presentata in queste ore. Nel 94,1% dei casi le funzioni Ict all’interno dei Comuni italiani sono svolte, anche solo in parte, da fornitori esterni all’amministrazione e i servizi di front office digitalizzati sono presenti in meno del 50% dei Comuni. Oltre la metà dei cittadini giudica l’operato della pubblica amministrazione in maniera negativa. Il 18% ritiene che il funzionamento sia addirittura “pessimo” mentre il 24% lo ritiene “accettabile”. Soltanto il 3% si ritiene soddisfatta.

Censis: 23 italiani su 100 non sa usare il web

Sono quattro i fattori principali alla base dell’insoddisfazione per i servizi erogati dalla Pubblica amministrazione: organizzativo, umano, politico e burocratico. La maggioranza della popolazione – spiega il rapporto del Censis (59%) –ritiene che la situazione sia complessivamente stabile. Il 27% ritiene che l’esperienza generale sia addirittura peggiorata mentre soltanto il 14% dichiara di aver notato negli ultimi due anni un miglioramento.L’uso dei servizi online offerti dalle principali istituzioni o aziende pubbliche rimane tutt’oggi limitato fra gli italiani. Spiccano per soddisfazione i servizi online offerti dalle scuole e dalle università con il 70% circa degli utenti che riporta un giudizio positivo. È pari al 44,6% la quota di chi afferma di non aver fatto ricorso ai servizi online perché preferisce il rapporto diretto con l’operatore allo sportello.

La semplificazione? Una bufala

La semplificazione, caratteristica che è segnalata come principale nei desiderata insieme alla velocità, è effettivamente raggiunta soltanto per il 12,2% della popolazione. È necessario snellire le procedure perfezionando al contempo la user experience, agendo anche sull’educazione informatica e digitale delle fasce di popolazione che più hanno subito il passaggio a un mondo non più analogico. Il 30,1% della popolazione afferma di non avere avuto sostanzialmente nessun vantaggio rispetto ai servizi erogati tradizionalmente. 

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