Berlusconi lancia Tajani: «Se vinciamo potrebbe essere lui il nostro premier»

30 Ott 2017 17:39 - di Monica Pucci

Come ogni anni, con l’autunno, le foglie che cadono e le castagne per strada, arrivano anche le “bombe”, o pseudo-tali, estrapolate a freddo dal solito libro di Bruno Vespa in uscita tra pochi giorni e che anche quest’ano terrà bando su giornali e tv fino a dicembre inoltrato. Stavolta la prima rivelazione divulgata sui media riguarda i propositi di Silvio Berlusconi: «Se il centrodestra vincesse le elezioni, Antonio Tajani sarebbe un ottimo premier. È con noi dal 1994 ed è uno dei cinque fondatori di Forza Italia. Ma naturalmente non è l’unico nome sul campo», dice il Cavaliere nel nuovo libro del giornalista della Rai, “Soli al comando”, in uscita venerdì 3 novembre da Mondadori Rai Eri. Berlusconi, nel colloquio con Vespa, parla anche di Paolo Gentiloni: «Fa onore al suo nome: è persona gentile, rispettosa e dinamica. Ma le elezioni le vinceremo noi», dice il leader di Fi sulla possibilità di un rinnovo del mandato all’attuale presidente del Consiglio.

Berlusconi e gli alleati del centrodestra

«Per sua natura Salvini è un goleador, come la Meloni che vedo bene giocare all’ala. Berlusconi è il regista se sta in campo e l’allenatore se sta fuori. Chi prenderà più voti sarà l’allenatore», dice il leader di Forza Italia sugli alelati del centrodestra. L’ex premier esclude che la nuova legge elettorale danneggi Fi nei collegi del nord a favore della Lega. Convinto di un exploit di Forza Italia, Berlusconi osserva: «Il numero delle candidature di ciascun partito della coalizione, anche quelle del nord, verrà stabilito sulla base dei sondaggi prima della fondazione delle liste e per quanto riguarda il candidato del singolo collegio si sceglierà il candidato migliore».

Berlusconi e il film di Sorrentino

Nel libro di Bruno Vespa “Soli al comando”, Berlusconi esprime il suo disappunto per il film che Paolo Sorrentino sta girando su di lui. Come mai era arrivato ad offrirgli addirittura di girare nelle sue ville? «Pensavo a un’opera neutrale. Oggettiva. Mi sono arrivate molte voci che parlano di un grottesco attacco personale e politico che mi demonizza dall’inizio della mia attività imprenditoriale a tutto il mio percorso politico. Spero non sia così, il cinema italiano, dopo il film su Andreotti dello stesso regista, non ha davvero bisogno di un’altra cattiva opera di propaganda politica…», risponde il leader di Fi.

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