Spinello libero via dalla legge sulle droghe leggere. Bufera a sinistra
Arriva alla Camera la nuova legge sulle droghe leggere ma vi giunge senza un pezzo importante: cioè la liberalizzazione dello spinello. Il vero obiettivo della legge. Così la normativa perde per strada anche il relatore, Daniele Farina di Sinistra italiana, che si è dimesso dall’incarico.
Farina ha inteso così protestare contro le modifiche che la norma ha subito durante l’iter nelle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali. «Purtroppo – dice Farina – il provvedimento che andrà in aula non risponde alle richieste e alle aspettative su questo tema. Un testo molto distante dalla discussione pubblica di questi anni nel nostro Paese e dalle esperienze concrete diffuse in diversi Stati del mondo».
Come scrive Il Giornale “la prima stesura della legge, formulata da 221 deputati di tutti partiti, è stata però smontata dalle commissioni, che a luglio hanno deciso di stralciare gli articoli più delicati per un maggiore approfondimento, in pratica affossando la legalizzazione. Resta dunque solo l’uso terapeutico delle sostanze, cioè norme sulla produzione e le prescrizioni. Materia peraltro, come spiega Farina, già regolata dal ministero della Salute e da leggi regionali”.
Non è solo Farina a protestare. Un altro dei promotori della legge, come Benedetto Della Vedova, se la prende con il Pd che avrebbe assunto “una posizione a favore dello status quo proibizionista”.
Secondo Roberto Giachetti, primo firmatario della proposta, si tratta comunque di un buon compromesso: “Sono il primo firmatario e resto convinto che il testo originario fosse equilibrato. Ho fatto una battaglia nel partito per evitare l’errore di affievolire il valore di quella proposta. Non ci sono riuscito”.
E i Cinquestelle? Ribadiscono il loro sì alla liberalizzazione della cannabis e parlando di occasione persa. Nel programma del candidato premier Di Maio, dunque, ci sarà anche lo spinello libero?