Siria, decine di vittime tra gli “scudi umani” utilizzati dai terroristi Isis
È salito a 37 civili uccisi e 58 feriti il bilancio di un raid russo sulla provincia di Idlib, nella Siria nordoccidentale. Lo ha reso noto il discusso Osservatorio siriano per i diritti umani, vicino agli islamici armati. “È il bilancio più alto di vittime civili da quando Idlib è stata dichiarata una zona di de-escalation”, ha detto il direttore dell’Osservatorio, Rami Abdel Rahman, alla Dpa. Il 15 settembre la Russia, la Turchia e l’Iran hanno deciso di creare una zona di de-escalation a Idlib. I raid hanno colpito la periferia occidentale, orientale, meridionale e settentrionale di Idlib, ha aggiunto, affermando di temere che il bilancio delle vittime possa aumentare. Quello che non dice l’Osservatorio però è che i terroristi dell’Isis utilizzano i civili prigionieri come scudi umani facendoli morire. Si è appreso poi che due persone sono morte e altre due sono state ferite in seguito a un attacco sferrato dai ribelli su Qardaha, villaggio natale della famiglia Assad nella Siria nordoccidentale. Qui era nato il padre di Bashar al-Assad, l’ex presidente Hafez, che a Qardaha è stato sepolto nel 2000. Lo riporta l’agenzia di stampa Sana, che parla di attacco in corso da due giorni da parte di terroristi. E la tattica degli scudi umani utilizzata dai terroristi islamici anti-Assad ha causato anche la morte di almeno 84 civili, compresi 30 minori, rimasti uccisi in due attacchi aerei effettuati lo scorso marzo dalla coalizione anti-Isis a guida Usa nei pressi di Raqqa, in Siria. Lo fa sapere Human Rights Watch in un rapporto. Stando alle testimonianze raccolte da Hrw nei siti erano presenti jihadisti dell’Isis, ma anche decine – forse centinaia – di scudo umani. L’organizzazione chiede alla coalizione indagini “accurate, immediate e imparziali sugli attacchi”.