I curdi non mollano, sì alla libertà: Ankara pensa all’invasione?
Il governo regionale del Kurdistan iracheno ha respinto tutte le misure decise dal Parlamento e dal governo di Baghdad in risposta al referendum sull’indipendenza di lunedì scorso. In una nota riportata dalla tv Rudaw, le autorità di Erbil hanno definito i provvedimenti una “punizione collettiva della Nazione del Kurdistan”. Erbil ha criticato il divieto di volo imposto dall’Autorità dell’aviazione civile irachena che ha annunciato a partire da oggi la sospensione dei collegamenti esteri con Erbil e Sulaimaniyah. È una misura completamente illegale, incostituzionale e contraria alle normative e ai regolamenti internazionali”, si legge nel comunicato. Le autorità curde hanno poi contestato il dispiegamento di truppe irachene a Kirkuk e nelle aree contese votato dal Parlamento, sostenendo che si tratta di una violazione dell’articolo 9, sezione 1 della Costituzione irachena che prevede che “le forze armate irachene e le forze di sicurezza non possono essere utilizzate contro qualsiasi componente dell’Iraq”. Baghdad, prosegue la nota, “non ha altresì l’autorità di chiudere i valichi di frontiera”. Durissima la Turchia: non facendo marcia indietro sul referendum per l’indipendenza del Kurdistan, il presidente Masoud Barzani “si è gettato nel fuoco”. Lo ha affermato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, che nel corso di un intervento nella sede dell’Accademia di Polizia ad Ankara ha accusato Erbil di “opprimere i turkmeni” nell’Iraq settentrionale e in particolare a Kirkuk. “L’amministrazione di Barzani si è gettata nel fuoco. Questo fuoco ci toccherà solo leggermente, ma farà male a qualcuno in modo serio”, ha dichiarato Erdogan, citato dal sito del quotidiano Hurriyet. Ankara ha annunciato l’organizzazione di un vertice trilaterale con Teheran e Baghdad per coordinare le misure da prendere in risposta al referendum sull’indipendenza del Kurdistan che si è svolto lunedì. “Abbiamo intenzione di riunirci – Turchia, Iran e Iraq – in un prossimo futuro per coordinare le misure da prendere” dopo il referendum, ha dichiarato alla stampa il primo ministro turco, Binali Yildirim. “Vogliamo un vertice a tre. Crediamo che questo formato sia più produttivo”, ha proseguito il primo ministro turco, aggiungendo che “i nostri servizi diplomatici stanno lavorando” per organizzare il trilaterale.