«Basta con quella moschea»: gli inquilini di uno stabile recitano l’Ave Maria
Recitano l’Ave Maria mentre una cinquantina di persone esce dalla moschea abusiva in cui aveva terminato la preghiera di metà giornata. È questa la protesta improvvisata dagli inquilini che abitano nello stabile che dal 2015 ospita nei locali del seminterrato dello stabile in via Cosenza 2, nella periferia di Milano un luogo di culto. Stamattina i consiglieri del Lega Nord del Municipio 4 e dal Dsi (dispositivo sicurezza e immigrazione lombardo del partito di Matteo Salvini) hanno organizzato un presidio per criticare la ”moschea abusiva” e promuovere il referendum sull’autonomia del prossimo 22 ottobre.
Sono due anni che i condomini chiedono la chiusura del luogo di culto denunciando ‘«il continuo andirivieni di persone non identificate» nel cortile del palazzo in cui abitano. «Si dichiarano italiani, ma non rispettano la leggi del nostro Paese» dice la custode dello stabile. «’Siamo stufi. Non ne possiamo più – racconta un condomino – durante il Ramadan non siamo riusciti a dormire per le preghiere e l’odore di cibo proveniente dal seminterrato».
Monta nel frattempo anche la polemica sul proprietario dei locali ‘«un italiano come noi – sostengono alcuni – che nel 2015 ha sottoscritto un contratto d’affitto fino al 2021 con un’associazione culturale cingalese, ma non si preoccupa delle tre ordinanze comunali, l’ultima del mese di luglio, che intimano il ripristino dei locali alla destinazione d’uso originale, ovvero un laboratorio artigianale».