Siccità, la Chiesa scende in campo: messe per chiedere la pioggia
Non ci resta che… pregare. L’estate eccezionalmente rovente, con i problemi legati alla siccità e agli incendi che hanno mandato in fumo ettari di vegetazione boschiva, fa scendere in campo anche la Chiesa che chiede di affidarsi alla preghiera per fare piovere. Siamo in una situazione drammtica. L’unica via, del resto, è avere fede, affidarsi alla benevolenza dell’Altissimo. Come si faceva in passato. In particolare, la diocesi di Rieti, con il vescovo Domenico Pompili lancia un appello ai sacerdoti affinché celebrino messe “ad petendam pluviam” (per fare piovere). “La preghiera, affinché il Signore conceda la benedizione della pioggia in questo periodo gravato dal flagello della siccità – spiega la diocesi attraverso il settimanale diocesano ‘Frontiere’ – può essere recitata dai fedeli anche fuori dalla messa, privatamente o in gruppo”. Si tratta di una pratica di epoca medievale con la quale si chiede a Dio la grazia contro le forze della natura.
L’appello che arriva dalla diocesi di Rieti non è un episodio isolato. Nei mesi scorsi, ma anche negli anni in cui si sono registrate estati particolarmente al secco, ci sono stati casi di sacerdoti che hanno chiesto alla comunità di invocare la pioggia attraverso le preci. Una pratica – spiega mons. Claudio Magnoli, consultore della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, nonché docente di Liturgia presso la Facoltà Teologica dell’Italia settentrionale, responsabile Servizio per la Pastorale Liturgica dell’arcidiocesi di Milano – che “risale all’ epoca Medievale. Si tratta di invocazioni con le quali si chiede al Signore il dono della pioggia o di un buon raccolto che sono rimaste nel formulario delle preghiere contro le forze della natura. In buona sostanza, si chiede al Signore che abbia la grazia di liberarci dalle calamità”. Una pratica più diffusa di quanto possa sembrare.