Salvini: se cito D’Annunzio mi condannano per apologia di fascismo?
“Quando non ti possono combattere politicamente ti combattono inventando notizie e cercando di attaccarti personalmente: ho le spalle larghe e, come diceva D’Annunzio, me ne strafotto”. Così Matteo Salvini a Ponte di Legno, facendo riferimento forse anche alle notizie di gossip che hanno coinvolto la sua compagna, Elisa Isoardi. Ma la citazione dannunziana gli ha anche offerto l’occasione per ironizzare sui nuovi spifferi di antifascismo che agitano la politica italiana.
“Non so se citare D’Annunzio mi comporti una condanna per apologia di fascismo“, ha detto Salvini. E ha aggiunto: “Quest’estate ho fatto qualche giorno di vacanza in Romagna con mio figlio e c’erano gli abitanti di Predappio che erano preoccupatissimi perché la Boldrini voleva sostanzialmente abbattere il paese”. “Scherzi a parte, nel 2017 il derby fascisti-comunisti mi interessa poco, sono consegnati ai libri di storia e far perdere tempo al Parlamento, come vuole fare Renzi e il Partito democratico con il progetto di legge dell’onorevole Fiano che prevede dodici mesi di galera per chi viene trovato in possesso di un pericolosissimo accendino con la faccia di Mussolini, penso -ha conluso Salvini- sia una legge da cretini, che non serve a niente e a nessuno e che non porta il Paese ad essere un Paese civile”. Parlando infine delle future alleanze nel centrodestra, Salvini ha chiesto a Berlusconi un impegno preciso: “Cancellare una delle figure più inutili e costose che ci sono nella burocrazia italiana, cancelliamo uno per uno tutti i prefetti che ci sono in Italia e diamo pieni poteri ai sindaci per la gestione del loro territorio”.