La Meloni stringe il nodo-Alfano: «Non si usi la Sicilia per allearsi con lui» (video)
Il caldo africano di queste ore non scoraggia i leader politici dal volare in Sicilia, di certo la parte d’Italia più colpita dal ciclone Lucifero. E se ieri era toccato a Matteo Renzi immergersi nel classico bagno di sudore in quel di Mondello, oggi è la volta di Giorgia Meloni sbarcata nell’Isola per dare manforte alla candidatura di Nello Musumeci, leader storico della destra siciliana, la cui proposta di candidatura alla presidenza della regione è stata immediatamente e positivamente accolta da FdI-An.
La Meloni nell’Isola per sostenere Musumeci
Una candidatura forte e prestigiosa («la sua storia e la sua competenza rappresentano un caso assai raro nella politica italiana»), ma che al momento non ha ancora raccolto l’adesione dell’intera coalizione. Il centrodestra siciliano è infatti alle prese con il risiko delle alleanze e i segnali che giungono da Roma sono ancora contraddittori, un po’ per non comprimere l’autonomia decisionale dei siciliani, un po’ perché una mossa sbagliata lì potrebbe pregiudicare il futuro della coalizione nel resto d’Italia. Per tutti il problema si chiama Angelino Alfano, tornato a bussare alla porta del centrodestra forte proprio della asserità «centralità» del suo partito, Ap, negli equilibri politici dell’Isola. Ma il suo è un ritorno che non convince. «Sia a livello nazionale che a livello siciliano noi non siamo alleabili con il partito di Alfano», chiarisce la Meloni appena sbarcata a Palermo, per poi aggiungere: «Poi se si vogliono fare percorsi di carattere civico regionale, lo rimando alla scelta di Musumeci. Però – avverte – non si usi la Sicilia per fare accordi e alleanze col partito di Alfano a livello nazionale».
Sui migranti: «Sulle Ong avevamo ragione noi»
Ma la trasferta siciliana ha consentito alla leader di FdI-An di commentare il sequestro della nave Iuventa, utilizzata dalla Ong tedesca Jugend Rettet, perché sospettata di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: «Penso sia chiaro – ha dichiarato la Meloni – che queste persone, più che fare una attività umanitaria, ormai sono persone che sostanzialmente fiancheggiano e aiutano molto spesso gli scafisti a fare molti soldi, facendo la tratta degli schiavi del terzo millennio. Evidentemente – ha concluso – non abbiamo avuto torto se si cominciano a sequestrare le navi ritenendo che stiano fiancheggiando l’immigrazione clandestina”.