India, guru condannato per stupro: in strada scoppia la guerriglia urbana

25 Ago 2017 16:05 - di Prisca Righetti

Fedeli fino allo stremo: nonostante una condanna del tribunale abbia confermato la colpevolezza dell’uomo e delineato in aula il ritratto di una figura controversa dall’agire criminale e indiscriminato. A nulla sono valse accuse, testimonianze, recriminazioni e indagini: al pronunciare della sentenza di colpevolezza del guru Gurmeet Ram Rahim Singh, alla sbarra in un processo di stupro scaturito dalla denuncia dello stupro di due discepole, i seguaci del popolare imputato hanno scatenato violenti disordini: almeno 200.000 sostenitori del santone si sono riuniti davanti al tribunale speciale di Panchkula nello stato settentrionale indiano di Haryana, in attesa della decisione dei giudici, pronti a scatenare l’inferno – riferisce la Bbc sul caso – nell’eventualità di una condanna. 

Guru indiano condannato: scoppia la guerriglia urbana

E così, quando si è sparsa la notizia del verdetto di colpevolezza, i fedeli del guru hanno appiccato il fuoco ai furgoni delle stazioni televisive e distrutto diverse automobili. Le forze di sicurezza sono intervenute con idranti e gas lacrimogeni proprio mentre il guru veniva portato via dell’esercito. Il santone verrà condotto in una base militare in attesa che il tribunale annunci lunedì la condanna che dovrà scontare: quel che è certo è che Singh rischia fra i sette e i dieci anni di carcere. Altrettanto prevedibili, quindi, le reazioni violente che si sono puntualmente verificate nel post-sentenza: tanto è vero che, sospettando i disordini, le autorità indiane avevano schierato migliaia di poliziotti, soldati e reparti paramilitari. Un assetto da guerriglia urbana che non ha però impedito la morte di almeno 5 persone e il ferimento di molte altre negli scontri con le forze di sicurezza indiane. A scendere in piazza sono state decine di migliaia di persone. Intanto, il capo della setta Dera Sacha Sauda, è stato trasferito in elicottero in una prigione in una località sconosciuta dopo la lettura della sentenza di condanna.

Ecco chi è il santone condannato per lo stupro di 2 discepole

Guru, cantante e promotore di iniziative sociali, il 50enne Singh guida la Dera Sacha Sauda, una setta con base operativa nello stato dell’Haryana e con sedi distaccate in tutta l’India e anche all’estero. Singh, che sostiene di avere 60 milioni di seguaci nel mondo, si è sempre dichiarato innocente. Le accuse di stupro nascono da una lettera anonima inviata al governo indiano nel 2002. Nello stesso anno, un giornalista che indagava sulla vicenda è stato assassinato. Per questo omicidio è in corso un altro processo che vede il guru come imputato.

 

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