Il Giornale contro la Boldrini: anche lei lancia insulti, soprattutto ai maschi
Continua a tenere banco l’annuncio di Laura Boldrini di querelare chi la offende sui social. Da più parti ci si interroga se la presidente della Camera faccia bene oppure male a mettere un freno agli haters. Il Giornale, per esempio nella sezione “Cattivi maestri”, dedica alla vicenda un’analisi al vetriolo a firma di Francesco Maria Del Vigo. A pensar male, si legge, verrebbe da dire: se facessero la stessa cosa tutti quelli che sono stati insultati da lei, i tribunali sarebbero intasati per secoli. Perché la presidente esprime più che legittimamente, posizioni durissime, impopolari e a tratti violente: lo straniero è sempre meglio dell’italiano, il diverso del tradizionale e – ovviamente – la sinistra meglio del resto del mondo. Insomma, si legge ancora sul Giornale, è lei stessa “hater”. L’articolo presenta un breve Bignami di tre anni di boldriniate presidenziali. Il bersaglio principale dei suoi strali, scrive Del Vigo, sono sempre stati i maschi. Trattati come bestie in preda ai propri istinti più animaleschi. La presidenza Boldrini è stata imperniata sulla battaglia per la parità dei sessi, presto tracima in disparità: sempre prima le donne, quando si scappa dalle navi in avaria. Meno interesse per i bambini, a meno che non siano africani. E ancora. Nel campo delle macrocategorie insultate a strascico dalla Boldrini ci sono gli italiani «che sono ignoranti perché non sanno che i migranti sono una risorsa». Altra categoria, si legge ancora sul Giornale, in uggia alla ex portavoce dell’Unhcr sono i giornalisti, ai quali ha tentato più volte di imporre un dizionario di parole politicamente correttissime da usare nei loro articoli. Ma, sottolinea ancora Del Vigo, nella lista degli ipotetici querelandi si possono iscrivere pure i dipendenti della Camera: costretti a convertire tutte le loro qualifiche e a mandare a memoria le più strampalate teorie gender. Infine, sono volati insulti nei chiunque la pensasse in modo diverso da lei. Una hater, conclude l’editorialista, di prima classe che ha insultato tutti, soprattutto, il buonsenso, che per sua fortuna non la può querelare.