“Dall’Italia soldi agli scafisti per frenare gli sbarchi”. La Farnesina smentisce

31 Ago 2017 13:56 - di Laura Ferrari
ong

Il governo italiano e il governo di Tripoli presieduto da Fayez al Serraj avrebbero raggiunto un accordo “verbale” con due milizie coinvolte nel traffico degli scafisti, pagandole perché impedissero la partenza di migranti dalla Libia verso le nostre cose. Circostanza, questa, che sarebbe alla base del drastico crollo delle partenze nelle ultime settimane. Lo riporta l’autorevole agenzia di stampa internazionale Associated press.

Il governo italiano: “Nessun accordo con gli scafisti”

«Non c’è nessun accordo tra i trafficanti di migranti e il governo italiano», hanno replicato fonti della Farnesina, ma la notizia è destinata ad arrivare in Parlamento, dove non basterà una smentita informale. L’inchiesta dell’agenzia di stampa americana è infatti particolarmente dettagliata. L’Associated Press ha ricordato come nel mese di agosto sia drasticamente diminuito il numero degli sbarchi sulle coste italiane: 2.936 rispetto ai 21.294 dell’agosto del 2016. Questo è dovuto, scrive l’Ap, in parte al lavoro della guardia costiera libica, ma «in gran parte anche agli accordi fatti con le due più potenti milizie della città di Sabrata, nell’ovest della Libia, il più importante punto di partenza di migranti soprattutto africani».

Le due milizie che guidano gli scafisti

«Le milizie, una conosciuta come Al-Ammu e l’altra come Brigata 48, sono guidate da due fratelli della grande famiglia al-Dabashi» e, sempre secondo l’Ap, «almeno cinque funzionari della sicurezza e attivisti di Sabrata hanno detto che i miliziani sono noti per essere trafficanti di migranti». Una delle fonti ha definito i due fratelli come «i re del traffico» di migranti: i burattinai degli scafisti che ogni giorno portano sulle noste coste centinaia di disperati. L’inchiesta cita inoltre Bashir Ibrahim, il portavoce di Al-Ammu, secondo cui dopo l’accordo «le milizie hanno impedito alle barche di migranti di lasciare le coste libiche vicino a Sabrata e ordinato ai trafficanti di bloccare il loro lavoro. In cambio, le milizie hanno ricevuto equipaggiamenti, navi e stipendi». L’accordo sarebbe stata confermato all’Ap anche da altre fonti come funzionari di sicurezza e attivisti di Sabrata. Oltre all’Ap anche la televisione pubblica tedesca ha fornito la stessa informazione, parlando di un vero pagamento da parte italiana e europea verso queste milizie, che riceverebbero mezzi e armi per fare il lavoro di contenimento richiesto dal governo italiano. 

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