Atene torna alla carica per i fregi del Partenone. Londra: stanno meglio qui

9 Ago 2017 13:37 - di Redazione

La Grecia torna alla carica per riavere dal Regno Unito i cosiddetti Marmi di Elgin, esposti attualmente al British Museum ma che in origine facevano parte del Partenone, che è ancora ad Atene. La disputa va avanti nientemeno che dal 1816, ossia da quando l’ambasciatore britannico in Grecia Thomas Bruce li scoprì e chiese alla Camera dei Comuni di acquistarli per 35mila sterline, cifra che oggi appare un po’ bassa, considerando che furono scolpiti da Fidia e altri scultori classici. Atene si appella all’unico strumento che ha, ossia mettere il suo veto all’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, strumento in realtà poco praticabile, perché un governo di uno Stato estero non può certo vietare a un altro Stato di ottempererare a una scelta votata democraticamente dal suo popolo, ossia la Brexit. Dopo l’indipendenza greca del 1827, Atene iniziò a richiedere i marmi, sostenendoche l’intervento degli archeologi inglesi e la stessa vendita non furono regolari perché la proprietà intellettuale spetta certamente alla Grecia. Si parlò addirittura di vandalismo e saccheggio. In realtà la potenza imperiale inglese ha sempre mandato archeologi e storici nei Paese da loro conquistati, proprio per ricostruire la storia di quelle colonie: si ricorderà certamente il ritrovamento delle rovine della scomoarsa e ignota civiltà dravidica, in India, che la popolazione locale aveva sempre ignorato che che gli inglesi riportarono alla luce. Nel corso degli decenni, moltissime personalità fecero appelli per la restituzioni dei marmi, da George Clooney a Liam Neeson, ma senza esito. La questione fu portata in campo internazionale negli anni Ottanta dal ministro della Cultura greco Melina Mercouri, ma solo nel 2014 l’Unesco accettò di fare da mediatore tra le parti. I marmi di Elgin sono visitabili in una sala appositamente costruita. Londra sostiene che se accettasse una cosa del genere, tutti i musei del mondo verrebbero svuotati e che poi nella cessione non c’è nulla di illegale, perché fu allora autorizzata dal legittimo governo greco; se poi ci fosse stato qualcosa di illegale, i tempi della prescrizione, duecento anni, invaliderebbero qualsiasi richiesta. Infiene, sostieen LOndra, i marmi del Partenone appartengono a tutta l’umanità, non solo alla Grecia, e la loro migliore sede è certamente il museo più visitato del mondo.

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