Usa, nuove sanzioni contro Putin: arriva anche il via libera di Trump
Donald Trump darà il suo via libera al progetto di legge del Congresso relativo alle sanzioni alla Russia. Lo ha assicurato la portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, in un’intervista ad Abc News. «L’amministrazione è favorevole a essere dura con la Russia, e, in particolare, a mettere in atto le sanzioni», ha spiegato la Sanders, sottolineando che la proposta di legge originale «era scritta male», ma che successivamente «abbiamo potuto lavorare con la Camera e il Senato» e «apportare le necessarie modifiche» e ora «appoggiamo il progetto di legge per com’è» nel nuovo testo.
Sul testo unanimità del Congresso
La versione ufficiale diffusa dalla Casa Bianca tende quindi ad azzerare le indiscrezioni tese ad accreditare un dietrofront di Trump sull’atteggiamento da tenere nei confronti della Russia derubricando a semplici perplessità la riluttanza di Trump a firmare la legge. Perplessità che – come ha assicurato al Sanders – sarebbero poi venute meno una volta limato e corretto il testo del provvedimento. Come si ricorderà, nelle scorse ore i leader repubblicani e democratici al Congresso avevano annunciato di aver raggiunto un accordo su un pacchetto di nuove sanzioni verso Mosca da adottare come punizione per le presunte interferenze nelle elezioni americane del 2016 e per le sue aggressioni militari in Ucraina e Siria. In realtà, il provvedimento è uno stress-test per saggiare la resistenza del presidente sui rapporti con Putin. Trump, infatti, è alle prese con il cosiddetto Russiagate, cioè presunte interferenze del Cremlino nelle presidenziali americane.
Sanzioni alla Russia, stress-test per Trump
La Casa Bianca è da sempre guardinga nei confronti di chi pretende di abbandonare ogni cautela nei rapporti con Mosca. Ma gli avversari, compresi quelli annidati all’interno del Gop, acronimo del partito repubblicano, lo stesso del presidente, usano l’argomento al precipuo scopo di mettere in difficoltà Trump, ora sotto pressione per il Russiagate. Lo scopo (dichiarato, almeno per una parte dei democratici) è quello di arrivare all’impeachment del presidente.