Ora persino i boy scout si adeguano al gioco dei “dem” e attaccano Trump
Gli scout americani si fanno trascinare nella campagna di odio contro il presidente Donald Trump: “L’invito al presidente al nostro National Jamboree è una vecchia tradizione e non costituisce assolutamente un sostegno ad un particolare partito e specifiche politiche”. Con questo comunicato, persino i Boy Scouts d’America prendono le distanze dal contenuto, fortemente politico, del discorso che Donald Trump ha pronunciato ieri al loro raduno nazionale in West Virginia. “I Boy Scout d’America sono un’organizzazione completamente apartitica che non promuove nessun posizione, candidato o ideologia politica”, prosegue la dichiarazione diffusa, nella notte, dall’associazione in risposta ai resoconti, apparsi sui media, dell’infervorato discorso con cui Trump ha rotto una tradizione di oltre 80 anni usando il palco del raduno mondiale dei giovani scout per attaccare, con termini rudi, rivali politici e media. Insomma Trump nel suo discorso ai ragazzi ha attaccato Barack Obama e il suo Obamacare, chiedendo ai repubblicani del Congresso lealtà e stigmatizzando, ovviamente, i media delle fake news. E a questo punto gli eredi di Baden-Powell, e magari gli adulti che ci sono dietro, hanno colto l’occasione per schierarsi contro Trump. seguendo la moda dei radical chic americani che ancora non hanno elaborato il lutto per la vittoria di Donald Trump. Secondo la stampa dem, il tenore del discorso di Trump di ieri è in netto contrasto con quello seguito negli scorsi decenni dagli altri presidenti americani che sono andati al raduno dei boy scout per parlare dei valori di cittadinanza e dialogo tra i popoli. Dopo i ripetuti attacchi via social media, Donald Trump ha trovato il modo più plateale per umiliare quello che ha definito il “bersagliato” ministro della Giustizia: quando è volato al raduno dei boy scout in West Virginia, accompagnato dai membri della sua amministrazione che sono scout, ha lasciato a Washington Jeff Sessions, che è un Eagle Scout, il grado massimo dell’associazione. Il gesto ha rafforzato le voci di una possibile prossima uscita di scena dell’ex senatore repubblicano, che è stato uno dei primi sostenitori della candidatura del tycoon anche quando tutto l’establishment Gop la vedeva con il fumo negli occhi. E sempre a questo circolo originario di fedelissimi Trump potrebbe attingere per sostituire Sessions, dal momento che i nomi che circolano sono quelli di Rudy Giuliani e Chris Christie, i cui nomi sono insistentemente circolati dopo la vittoria per molti incarichi, compreso quello di attorney general.