L’altra Chioggia: il folclore della spiaggia “fascista” e la comunità nel solco della tradizione
Questa estate saremo travolti dal caldo e dai raggi del solleone ma rischiamo anche di annegare in un mare di stupidità, e di vuoto mediatico generato dall’ignoranza diffusa. Gianni Scarpa, bagnino di professione con una operazione di marketing ha trasformato la spiaggia di Punta Canna a Chioggia in una sorta di succursale balneare di Predappio meta di pellegrinaggi forzati e sevizi fotografici. Il gestore dello stabilimento balneare ha fatto parlare di sé per settimane dopo essere stato denunciato per apologia di fascismo per aver esposto alcune insegne assai discutibili. I media nazionali si sono scatenati nell’attribuire al gestore e ai suoi frequentatori l’etichetta di “fascista” per una serie di cartelli che di nostalgico avevano ben poco. Dopo le scandalizzate prese di posizione del mondo istituzionale e progressista è intervenuto perfino il Prefetto per far rimuovere le famigerate insegne nelle quali a suo dire si intravedeva l’apologia del ventennio.In realtà né il gestore Gianni Scarpa nè la sua clientela hanno a che fare con il regime e la spiaggia e sempre stata conosciuta ai più come una uno stabilimento ordinato e frequentato da belle commesse.
Ora, grazie ai media è diventata un luogo di pellegrinaggio di quel folclore italico che si richiama alle immagini del Duce per esibire un “celodurismo” spesso noioso e ridicolo. Ecco perché vi voglio parlare dell’altra Chioggia: quella rappresentata da una destra sociale che storicamente è sempre stata presente nella città lagunare fin dai tempi del Msi-Dn con tanti militanti che hanno caratterizzato la vita politica, sociale e istituzionale della città Lagunare. Per questi motivo non mi sono unito ai visitatori della spiaggia del folclore ma, ho invece frequentato lo stand dei ragazzi di Asi Ciao di Chioggia che da più di 10 anni animano la “Sagra del pesce” che è un evento giunto alla ottantesima edizione e che si svolge per 10 giorni a luglio nel centro cittadino.
L’associazione culturale e ricreativa “generazione controvento” si distingue per le sue attività di intrattenimento e formazione e con il suo stand sviluppa un percorso di educazione alimentare, consumo consapevole e responsabilità sociale d’impresa rivolto ai giovani e meno giovani. Ogni anno organizza nel lungomare un evento gratuito “Sogno ad occhi aperti” con migliaia di presenze accumunate dalla passione per l’osservazione astronomica, la musica classica e la bellezza del paesaggio. Questo sodalizio che si distingue per le attività ricreative e sociali legate al turismo e alle tradizioni storiche ha come riferimenti Alessandro Penzo e Marco Guarnieri che, con una quarantina di ragazzi animano “il Vecio Cason”, uno degli stand più originali di questa manifestazione.
Una realtà sociale voluta da Nicola Boscolo Pecchie instancabile animatore della Destra Clodiense e già assessore alla Cultura e alla Pesca in Comune. È lui stesso che racconta come la “Sagra del Pesce” nacque nell’agosto del 1938 quando la piazza si trasformò, per volontà del Podestà, in un grande ristorante all’aperto e venne propagandata, visto il contesto storico in cui si svolgeva, a livello nazionale per mettere in risalto il mondo della pesca e l’incentivazione al consumo di pesce, dando corpo a quell’idea di autosufficienza esaltata dal regime di allora. Sin dalla prima edizione la sagra mise in piazza i mestieri caratteristici, i costumi popolari, il pescato e le reti, tanto che venne istituita una giuria per valutare e premiare i migliori allestimenti e costumi. Si portano battelli in piazza, i caffè vengano addobbati con lampade, si allestiscono chioschi per le degustazioni enogastronomiche che per decine di giorni animano la vita cittadina.
Ecco perché alla spiaggia del folclore, ho preferito la comunità identitaria coinvolgendo gli amici dotati di intelletto che hanno apprezzato lo spirito di un associazione attivissima nella comunità di Chioggia per il coinvolgimento di giovani e meno giovani animati dai valori dalla tradizione. Spettacolare lo stand dei ragazzi della comunità di Asi Ciao che in 10 giorni, con un servizio impeccabile, hanno beato 10.000 persone con specialità marinare e un profumato fritto di pesce innaffiato da prosecco di qualità nel solco della tradizione veneta. Tutto questo per dire che ciò che luccica e fa effetto sotto i riflettori non sempre ha valore e va difeso a tutti i costi.