La grillina Taverna al Senato litiga con la Lorenzin. E pure con i congiuntivi (VIDEO)

21 Lug 2017 12:33 - di Giulia Melodia

 La grillina Taverna al Senato durante il voto sul decreto vaccini se la prende con tutti: con la legge, con il ministro della salute che l’ha fortemente voluta e sostenuta, e pure con i congiuntivi: nella sua invettiva, infatti, la senatrice pentastellata, sarà l’ardore politico; sarà la furia polemica; sarà che non ha retto, dopo lunghe dissertazioni, alla vista dell’eclatante assenza del ministro durante la lettura delle sue osservazioni, fatto sta che si arrampica su una consecutio temporum su vette grammaticali vertiginose, dalle quali si può solo sprofondare nella più grottesca brutta figura…

La grillina Taverna se la prende con la Lorenzin e con il congiuntivo

Ma andiamo con ordine: in un’Aula che, almeno le inquadrature del video riportato in apertura, riprendono desolantemente mezza vuota, la Lorenzin si bea dell’essere riuscita «a far approvare questo decreto d’urgenza senza il voto di fiducia. È la prima volta negli ultimi 5 anni che un decreto viene votato senza ricorrere alla fiducia, quindi con un lungo dibattito parlamentare, a volte difficile per la coesistenza di posizioni diverse all’interno del Parlamento. Alla fine si è registrato un consenso molto trasversale, per me importante perché questo decreto tratta un tema che riguarda la salute e la sicurezza collettiva: non il tema di un partito, di una maggioranza, ma di tutta la Nazione e di tutti gli italiani», conclude quindi soddisfatta la titolare del dicastero della Salute. Talmente appagata, evidentemente, da uscire dall’Aula ritenendo di aver ottenuto quanto perseguito mentre i senatori ancora discutono: la grillina Taverna in testa a tutti.

L’invettiva grillina contro il ministro e a danno della sintassi

La quale, nella sua lunga requisitoria sul decreto, a un certo punto si rivolge direttamente alla Lorenzin, sostenendo: «Perché vede ministro»… salvo però accorgersi immediatamente dopo che il ministro, in Aula, non c’è più. «Ma mi perdoni… sono le dichiarazioni di voto», aggiunge la Taverna basita rivolgendosi alla Fedeli che, più infastidita che imbarazzata dal richiamo all’ordine grillino, prova a difendere l’istituzionale assenza: «Ma il governo c’è»… La rappresentanza governativa ci sarà pure, deve aver pensato la Taverna, ma «il ministro – replica la senatrice del M5S a stretto giro – ERA FORSE PIU’ EDUCATA se rimaneva seduta ancora per tre dichiarazioni di voto e SI ASSUMESSE anche le responsabilità di quello che sta combinando al Paese, in maniera un pochino più seria… comunque vado avanti… tanto voglio dire… per quello che è il ministro»… E in un unico periodo la senatrice Taverna riesce a offendere un ministro della Repubblica e la grammatica italiana.

 

 

 

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