Il ricordo di Giampiero Arci: non solo memoria. Così i suoi valori restano vivi

22 Lug 2017 13:23 - di Federica Parbuoni
messa arci

Sono passati ormai 16 anni dalla scomparsa prematura di Giampiero Arci, ma il ricordo dell’avvocato ed esponente di An è ancora vivo nella memoria di chi lo ha conosciuto e di chi ne prosegue l’impegno civico e politico attraverso l’associazione che gli è intitolata: come ogni anno, la messa in ricordo, che si è svolta presso la Basilica di San Marco Evangelista a Roma, ha visto una partecipazione numerosa di amici, colleghi di lavoro e di partito, giovani che hanno potuto accedere ai corsi e alle borse di studio istituiti in suo nome, persone assistite nell’ambito delle attività benefiche promosse dall’associazione “Giampiero Arci”

Un ricordo ancora vivo

Da Gianni Alemanno a Francesco Giro, da Magdi Cristiano Allam a Roberta Angelilli, da Fabrizio Ghera a Paolo Holljwer, Luca Malcotti, Sergio Marchi, fino a Giorgio Ciardi, molti esponenti della politica hanno voluto testimoniare, con la loro presenza alla messa, che il ricordo di Arci è ancora forte. Ma in Chiesa non erano gli unici volti noti: fra gli altri, non sono voluti mancare l’attore Lando Buzzanca, il produttore Angelo Bassi e l’editore Lucarini. Diverse voci, poi, nel corso di una commemorazione che si è svolta subito dopo la funzione religiosa, hanno contribuito a ricordare chi fosse Giampiero Arci e quale fosse la sua visione politica e valoriale. «Giampiero aveva previsto che se le nuova formazione europea non avesse tenuto presente il rispetto per le autonomie locali, la stessa Europa non sarebbe stata quella auspicata, ma sarebbe diventata una matrigna», ha ricordato Francesco Crocetto, amico e compagno di partito di Arci, sottolineandone anche le doti umane.

L’impegno dell’associazione “Giampiero Arci”

Un affettuoso saluto è stato poi inviato anche da Donna Assunta Almirante e da Giuliana De’ Medici, che non sono potute intervenire fisicamente, ma che hanno mandato un messaggio in cui hanno parlato del ricordo di Arci come di «un atto doveroso, anche se doloroso». Particolarmente significativo, poi, l’intervento di Federica Onofri, vincitrice di una delle borse di studio intitolate all’avvocato e politico. «Ho ricevuto la borsa di studio Giampiero Arci in diritto dell’Unione Europea. Ora ho quello che per giovani rappresenta pressoché un miraggio che si chiama “lavoro a tempo indeterminato”. La borsa fu per me una iniezione di fiducia, una gratifica per ciò che avevo fatto, un riconoscimento per quello in cui credevo, la possibilità materiale di continuare gli studi», ha detto la Onofri, rivolgendo un pensiero di riconoscenza anche a Enrichetta Arci, la sorella di Giampiero, che in questi anni non ha mai smesso di combattere per  preservare i valori del fratello e incarnarli attraverso un instancabile lavoro alla guida dell’associazione. 

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